Civil Unrest 2016: la Francia ha la maglia nera

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REGNO UNITO – Londra 04/08/2016. Le imprese che volessero lasciare il Regno Unito dopo Brexit potrebbero evitare di andare in Francia è una ipotesi delineata nel Civil Unrest 2016 della Verisk Maplecroft.

La Francia è l’unica economia avanzata giudicata ad “alto rischio” di essere sconvolta da disordini civili. È più vulnerabile rispetto a mercati emergenti come Sud Africa, Argentina, Brasile, e Afghanistan. La Francia ha vissuto numerose giornate di proteste nel corso dell’ultimo anno e manca dei mezzi per prevenire il crescente malcontento, afferma Verisk Maplecroft. Ne sono esempio le violente proteste che hanno colpito Parigi a giugno, per esempio, quando la polizia si è scontrata con i manifestanti che contestavano le modifiche alle leggi sul lavoro: «Questo tipo di disordini civili può provocare sia danni fisici alle proprietà, l’interruzione dell’attività a causa della distruzione di infrastrutture chiave», si legge nello studio. I disordini civili sono stati significativamente più dirompenti in Francia che in qualsiasi altra economia occidentale, riporta Verisk Maplecroft; la cultura radicata della protesta politica in Francia e gli scioperi hanno quindi fatto piacere il paese al 16° posto tra i paesi più a rischio a livello globale. La classifica di 198 paesi misura la frequenza e la gravità delle manifestazioni e proteste di massa; gli effetti sul commercio; ed i meccanismi in atto per scongiurare le interruzioni. Visto che le aziende stanno valutando la fattibilità di trasferirsi dal Regno Unito dopo Brexit, i risultati forniscono una visione utile dei problemi strutturali di business in Francia. Il paese si pone dopo i mercati emergenti come l’India (4 °), il Messico (7 °), Nigeria (10), Sud Africa (13), Argentina (15) e Brasile (21). L’unico altro paese dell’Europa occidentale con peggiori risultati è la Grecia, 25°, mentre l’Italia (77°) è stata giudicata a “rischio medio”, più o meno alla pari con gli Stati Uniti. Tornando alla Francia, il lavoro è stato il motore della protesta in Francia nel 2016; Parigi ha sindacati e gruppi del società civile organizzati che tendono ad incoraggiare le manifestazioni, al contrario della Germania che ha una cultura politica che sostiene una stretta cooperazione tra sindacati, industria e governo. Nel 2016 fino ad ora, la Francia ha sperimentato proteste significative su base settimanale, in confronto alla Germania e Regno Unito, dove i disordini gravi si verificano in media ogni 6 mesi. I tentativi di riformare le leggi sul lavoro, tese ad affrontare la poco brillante performance economica della Francia, hanno guidato le proteste più dirompenti nel corso dell’ultimo trimestre. La Cgt a maggio 2016 ha bloccato i depositi di carburante e sei delle otto raffinerie del paese, di cosneguenza si sono bloccate un terzo delle stazioni di servizio e il governo è stato costretto ad attingere alle riserve strategiche del paese; a cascata ci sono stati disagi significativi per i trasporti in Francia: quelli ferroviari sarebbero costati tra i 15 milioni e 20 milioni di euro al giorno. L’economia francese ha registrato una crescita pari a zero tra aprile e giugno, dopo essere cresciuta dello 0,7 per cento nel primo trimestre.