Filippine a secco

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FILIPPINE – Manila 05/06/2013. La domanda di energia cresce continuamente nelle Filippine, del 4 per cento ogni anno dal 2011, e le interruzioni di corrente si fanno sempre più frequenti.

Solo tre milioni di famiglie (su 94 milioni di persone), infatti, hanno accesso all’elettricità nel paese, alcune province hanno energia elettrica solo per alcune ore al giorno e le isole più remote fanno ancora affidamento ai generatori diesel. Le tariffe energetiche del paese sono tra le più alte in Asia, ciò grava maggiormente sul 26 per cento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Secondo il Dipartimento di energia del paese (DOE), la risposta a tale problema risiede nelle energie rinnovabili; in un recente forum sul rafforzamento della sicurezza energetica a Manila, il direttore del DOE, Mario Marasigan, ha annunciato due progetti che riguardano l’utilizzo dell’energia solare, tre parchi eolici e diversi impianti idroelettrici, per ridurre la dipendenza delle Filippine dai combustibili fossili. Soprattutto l’eolico, il solare e le biomasse offrono un gran potenziale, poiché finora sono quasi del tutto inutilizzati. L’obiettivo è quello di triplicare la capacità di energia rinnovabile del paese entro il 2030 e portarla almeno a 15000 MW di potenza installata. Questo garantirebbe un futuro energetico sostenibile in un paese dove la produzione di energia è dominata dal carbone (37 per cento) e dal gas naturale (30 per cento). Nonostante però le dichiarazioni del direttore del DOE e il passaggio della legge sulle energie rinnovabili nel 2008, il governo delle Filippine è stato accusato dai movimenti ambientalisti di aver approvato la creazione di troppe centrali elettriche a carbone (almeno 23 dopo la legge del 2008), provocando così un ulteriore ostacolo allo sviluppo e all’integrazione di sistemi di energia rinnovabile nel paese. Marasigan ha respinto tali accuse definendole malintesi. Ha aggiunto poi, sempre al forum di Manila, che i benefici del passaggio alle energie rinnovabili saranno visibili al consumatore nel lungo periodo, quando i prezzi dei combustibili fossili e del diesel aumenteranno sempre di più mentre quelli delle energie rinnovabili saranno ancorati allo stesso tasso, fissato per i prossimi vent’anni.