Sukuk per finanziare lo Sviluppo

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COSTA D’AVORIO- Yamoussoukro. 20/09/15. La Costa d’Avorio emetterà il suo primo prestito sotto forma di Sukuk (obbligazioni islamiche) per un importo di 150 CFA.

L’operazione si svolgerà nel mese di novembre, con il sostegno della Banca islamica di sviluppo (IDB). La Costa d’Avorio conferma dunque il suo interesse per la finanza islamica, non solo, il paese ospiterà il primo Forum africano sulla finanza islamica, il 17 e 18 settembre. Il governo ivoriano ha concluso il 17 settembre a Abidjan, un accordo con la Società islamica per lo sviluppo del settore privato (SID) – l’organizzazione dedicata al settore privato Banca islamica di sviluppo (IDB) –  per strutturare la prima Raccolta fondi 150 miliardi di franchi CFA (circa 225 milioni di euro) in base alla nere della finanza islamica. 
L’operazione, prevista per il prossimo novembre, è solo un primo passo, la Costa d’Avorio vuole raggiungere un importo complessivo di  300 miliardi di franchi CFA nel periodo 2015-2020 di sukuk. Questo per diversificare le proprie fonti di finanziamento, concentrandosi in particolare sulla finanza islamica per attuare il suo programma di sviluppo nazionale. Le autorità locali intendono in tal modo fare del paese il laboratorio della finanza islamica in Africa occidentale per sfruttare la crescita di questo settore. Le attività delle banche islamiche sono state stimate intorno a 2.000 miliardi tra il 2003 e il 2013 e dovrebbero arrivare a quattro miliardi di dollari nel 2020, secondo il FMI.
Oltre a Costa d’Avorio, IDB – attraverso il SID – ha firmato nello stesso giorno un protocollo d’intesa con l’Unione economica e monetaria degli Stati dell’Africa occidentale (UEMOA). L’accordo mira a promuovere il settore privato e della finanza islamica nella sub-regione. Questo dispositivo completa l’accordo raggiunto nel 2012 tra l’IDB e la Banca centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO). Quest’ultimo lancia anche la revisione del sistema bancario e fiscale per adattarsi alle esigenze della finanza islamica entro la fine dell’anno. Fonte: Jeune Afrique