COREA DEL SUD. Se Pyongyang attacca come HAMAS?

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L’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 ha avuto effetti pesanti in Corea del Sud. I video che mostrano ostaggi rapiti attraverso la “recinzione intelligente” violata sono stati terrificanti, per Seul: la recinzione israeliana è infatti modellata su quella della Corea del Sud, con i suoi sensori all’avanguardia e la Tv a circuito chiuso situata in la Zona Demilitarizzata.

Eppure, nonostante i successivi accesi dibattiti nelle udienze dell’Assemblea Nazionale, sembra che per ora la Repubblica di Corea sia al sicuro, per diverse ragioni. Questi includono ambienti operativi distinti e sistemi di difesa e radar recentemente aggiornati.

Sebbene l’errore umano sia sempre possibile, come dimostrato da un drone nordcoreano che si è infiltrato a Seul lo scorso anno, il sistema di difesa integrato e automatizzato sembra abbastanza sufficiente per affrontare le invasioni sistematiche.

Tuttavia, il dibattito sulla sicurezza delle frontiere ha innescato ulteriori dibattiti sul piano militare della Repubblica di Corea di revocare parzialmente l’accordo militare globale del 19 settembre, in cui entrambi i paesi hanno concordato di “cessare completamente tutti gli atti ostili reciproci” e di instaurare una fiducia militare, riportano AT e Pacific Forum.

Per favorire la riconciliazione intercoreana, l’accordo del 2018 ha istituito zone di interdizione al volo attorno alla DMZ, interrompendo sostanzialmente le attività di intelligence aerea, sorveglianza e ricognizione da parte di Seul e Washington.

La ragion d’essere della CMA, volta a ridurre gli scontri interfrontalieri, ha perso la sua giustificazione a causa dei recenti cambiamenti nelle preoccupazioni sulla sicurezza globale in cui mosse militari precedentemente impensabili, come l’invasione russa dell’Ucraina e la successiva guerra con i droni, sono diventate la nuova norma.

Ciò ha richiesto a Seul di riconsiderare e revocare la clausola che vieta le attività d’intelligence nella DMZ. Il lancio da parte della Corea del Nord del suo primo satellite da ricognizione ha dato come risultato il completo abbandono del CMA a novembre 2023.

In questo instabile panorama della sicurezza, i rapidi cambiamenti demografici della Corea dl Sud rappresentano un campanello d’allarme sia per Seul che per Pyongyang. Con circa 1,32 milioni di residenti stranieri nell’area metropolitana di Seoul entro 50 chilometri dalla DMZ, è emersa una sfida senza precedenti per entrambe le Coree.

Il coinvolgimento di numerosi paesi come principali soggetti interessati a proteggere la vita dei propri cittadini trasforma i potenziali incidenti che coinvolgono ostaggi o vittime nell’area di Seul, da una questione puramente intercoreana a una crisi internazionale.

Per la Corea del Nord, l’esistenza di diverse parti interessate offre vantaggi strategici, fa guadagnare tempo e crea ulteriore spazio di manovra. Il recente attacco di Hamas e i rapimenti internazionali di ostaggi hanno portato a negoziati multilaterali estremamente complessi che hanno coinvolto Stati Uniti, Israele, Hamas, Qatar ed Egitto.

Un’entità internazionale consolidata, preferibilmente legata alla sicurezza, avrebbe facilitato i negoziati molto più facilmente; è interessante notare che in questo panorama in evoluzione il tentativo dell’amministrazione Yoon Suk Yeol di rivitalizzare il Comando delle Nazioni Unite, UNC, pianificato molto prima del 7 ottobre 2023, sta trovando interlocutori interessati per rivitalizzare la struttura a lungo quiescente.

L’UNC, proprio come la NATO, funziona non solo come meccanismo di difesa collettiva ma anche per proteggere il crescente numero di cittadini stranieri in Corea. Non più un puro comando di battaglia, l’UNC ha gestito le questioni militari e civili interfrontaliere negli ultimi decenni sotto l’armistizio del 1953.

Il 14 novembre, una conferenza a livello ministeriale a Seul – con tutti i 17 stati inviati dalle Nazioni Unite, o paesi che contribuirono con truppe da combattimento o personale di supporto nella guerra di Corea del 1950 – riaffermarono lo spirito dell’armistizio del 1953 e si impegnarono a respingere qualsiasi futuro attacco alla Repubblica di Corea.

Luigi Medici 

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