Cipro come Lehman senza Mosca

69

CIPRO – Nicosia. 27/08/13. La crisi economica cipriota continua a essere monitorata da vicino. Dopo il crac finanziario, l’isola è rimasta sotto riflettori della finanza internazionale. Non tanto per la questione della tenuta dell’Euro, la Bce era pronta a sostenere la moneta in caso di default cipriota, ma dagli investitori privati a caccia di luoghi “tranquilli” in cui operare. 

 

A dimostrazione di tale interesse, a distanza di pochi giorni, sulla questione cipriota legata a un doppio filo con la Grecia, tre testate internazionali considerate fonti di informazioni “strategiche” per gli analisti di geopolitica internazionale sono tornate sull’argomento. 

Il 16 agosto la Reuters ha pubblicato un rapporto dal titolo: “I capitali russi prima di Cipro hanno chiesto asilo alla Gran Bretagna”. L’articolo si concentra sul fatto che i capitali russi investiti a Cipro hanno preso la via di Londra.

Di diverso pare il New York Times, 21 agosto, secondo cui Mosca per ovviare ai problemi dei suoi capitali a Cipro si è comprata la Banca di Cipro. Di conseguenza, la posizione di Mosca a Nicosia, contrariamente alle aspettative dei burocrati europei, a seguito anche delle riforme effettuate ne è uscita rafforzata. Tra le dichiarazioni riportate dalla testata statunitense quelle del presidente cipriota  Nikos Anastasiadis in un articolo dal titolo: “Aiuto alla Banca di Cipro dai plutocrati russi”. 

A chiudere il cerchio l’analisi, approfondita, della russa IA REGNUM, agenzia di stampa, che cerca di dipanare le nebbie analizzando la questione capitali russi a Cipro dal punto di vista di Mosca. Secondo la rivista russa da un lato la Gran Bretagna e Stati Uniti hanno sovrastimato le cifre, dall’altro vi è un problema di tipo geopolitico. Ma in estrema sintesi la Russia ne è uscita rafforzata anche se molti investimenti russi prima a Cipro sono finiti in Lussemburgo e Isole Vergini.

Di certo c’è, lo si evince dalla lettura di tutti e tre i giornali, un forte interesse nello scoprire o nascondere dove sono i capitali russi prima depositati a Cipro. 

Nella disamina della testata statunitense vi è anche una forte critica verso le scelte europee sostenendo che forse per Cipro era meglio applicare il metodo Irlanda, stato garante delle perdite bancarie, piuttosto che procedere al fallimento coatto delle banche. 

A sostegno dell’importanza di Cipro nel sistema bancario euro-asiatico la lettura dei documenti in materia di crollo finanziario cipriota. Il 19 giugno di quest’anno due mesi e mezzo dopo l’assegnazione del pacchetto di aiuti finanziari a Cipro e dopo il trasferimento della prima tranche del prestito, il presidente di Cipro Nikos Anastasiadis chiede supplicando una revisione del pacchetto di aiuti in rialzo di 10 miliardi di euro. La motivazione è stata che La Banca di Cipro fungeva da mega-banca per il sistema- Paese Cipro, «la sua caduta è in grado di abbattere l’intera economia di Cipro» si legge nella lettera. 

Non c’è bisogno di rammentare cosa successe per colpa della cecità del segretario al Tesoro Paulson di fronte al ipotesi di salvataggio della Lehman Brothers. Il suo crollo diede inizio alla crisi economica mondiale. Come nel caso degli Stati Uniti, di fronte all’effetto domino della Lehman Brothers, anche i leader europei di fronte alla lettera del presidente cipriota sono stati “presi alla sprovvista.” La lettera è stata esaminata in una riunione dell’Eurogruppo – il Consiglio dei ministri delle finanze della zona euro – in cui si è deciso “forse” di sostenere la richiesta di Cipro ma eventualmente solo dopo le lezioni tedesche di settembre. La cecità dei burocrati di fronte alla celerità del possibile disastro finanziario colpisce sempre. Ma nulla risolve.

A livello europeo poi bisogna considerare il fatto che la Grecia assorbe denaro come una spugna.   Per non far scomparire Nicosia bisogna tenere in piedi Atene, ma se si dimentica di sostenere Cipro cominceranno a cadere a ruota altri Stati, molti di questi targati UE, che hanno investito tramite banca, prima nel debito greco e poi in quello cipriota.  

In queste circostanze, il governo di Cipro ha annunciato che venderà una licenza per costruire un casinò e di un impianto di stoccaggio di gas, nel tentativo di dare una spinta alla crisi l’economia dell’isola. Allo stesso tempo, cercando di mantenere la sua peculiarità di stato “off – shore”. Anche se l’imposta sulle società sull’isola è stata aumentata e ora è al 12,5%.

I russi forse più consapevoli del danno finanziario che si verrebbe a creare e pensando alla propria collocazione geostrategica nel contesto europeo, o forse perché sono davvero tanti i soldi investiti, hanno deciso di intervenire in maniera piuttosto pesante investendo e comprando quote della  Banca di Cipro. 

E se come scrivono i britannici gli investimenti russi nella primavera di quest’anno a riforma avvenuta sono diminuiti di otto volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il primo trimestre del 2013 ha visto scendere di 2,7 miliardi dollari di società off-shore a vantaggio di un incremento di tali società in Lussemburgo e il Regno Unito. 

Non si può di certo dire che la Russia non abbia più influenza sul sistema-Paese dell’isola e indirettamente sul sistema bancario europeo anzi. Quello che per ora è noto a Londra è che i russi diversificano gli investimenti: nelle Isole Vergini Britanniche, il primo trimestre di questo anno hanno registrato 31,7 miliardi dollari russi di investimenti pari a 15 volte superiori rispetto al primo trimestre del 2012, e nel Regno Unito sono arrivati 11,2 miliardi dollari, rispetto ai 0,26 miliardi dollari di un anno prima al Lussemburgo vanno 14 miliardi di dollari, rispetto ai 258 milioni dollari nel primo trimestre dello scorso anno. 

Ma ai russi va anche il sistema bancario cipriota, una vera e propria operazione finanziaria nascosta sotto il cappello del “salvataggio”. Sempre secondo la testata USA, la Laiki Bank di Cipro costretta a fondersi con la Banca di Cipro era per il 60% di proprietà russa. E se la matematica non è una opinione anche la Banca di Cipro ora è a maggioranza di capitale russo. 

A conferma del rafforzamento Russo in suolo europeo dopo l’avvio della riforma, basta leggere l’articolo di IA REGNUM: «alla fine di Marzo 2013 i titolari di depositi in banca di Cipro inizialmente hanno perso l’accesso al 90% dei loro depositi, ma hanno avuto in cambio le azioni della holding della banca. Il 29 Luglio 2013 la Banca centrale di Cipro ha annunciato le condizioni definitive, secondo la quale il 47,5% del capitale della Banca di Cipro sarà trasformata in uno dei principali azionisti del capitale, che apparterranno ai depositanti interessati. Secondo il piano originale, era solo circa il 37,5% della quantità di decadenza. Si noti, tuttavia, l’importo finale della tassa di confisca è stato inferiore a quello ipotizzato inizialmente. Finora nessuno dei depositanti interessati ha ricevuto i loro certificati, ma è chiaro che il 60% della Banca capitale di Cipro va a loro. Nei media locali ciprioti si legge che la quota del 53% del capitale della Banca di Cipro è in mano a cittadini russi o di imprese che rappresentano i loro interessi».

A fallire ancora una volta è la debolezza della politica – economica europea. L’intervento della “troika” – Commissione europea, Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale, legato alla decisione del Parlamento di Cipro di congelare/confiscare i depositi bancari presso banche a Cipro non ha sortito l’effetto desiderato. Se si voleva far cassa, certificare il flusso di danaro costringendo gli investitori a versare soldi al sistema bancario di provenienza o di arrivo dei soldi, si ha avuto l’effetto di svendere la più importante banca di Nicosia ai russi. 

Secondo gli analisti economico finanziari locali: «chi controlla la Banca di Cipro controlla l’isola». Tra i settori di pertinenza della banca la politica energetica di Cipro, che ha, come recentemente rivelato, grandi riserve di gas naturale sul ripiano costiero dell’isola. Non solo, la Banca di Cipro ha in pancia la metà di tutti i depositi bancari di tutta l’isola. Impiega 5.700 dipendenti e ha sportelli bancari su tutta l’isola. 

Secondo il New York Times le posizioni acquisite nel settore finanziario a Cipro ad Mosca offrono grandi opportunità per la Russia, sia in campo economico che politico locale. In particolare, sembra che la Russia stia cercando l’accesso per una base aerea a Paphos a Cipro. La Russia è anche interessata a costruire a Cipro le sue navi.

La Commissione europea a Bruxelles ha recentemente rifiutato di commentare la prospettiva russa di controllo della banca commerciale più importante di Cipro. I nuovi azionisti dell’organismo preposto a formare il board della banca centrale di Cipro è previsto per il 9 Settembre 2013. Non è ancora chiaro chi siano personalmente. Ma prima della crisi, l’oligarca russo Dmitry Rybolovlev (” Uralkali “) possedeva il 10% delle azioni della Banca di Cipro. E secondo il New York Times continuerà ad essere tra i leader russi proprietari della Banca di Cipro.

Banca di Cipro è ancora sotto il controllo della Banca centrale di Cipro, alla cui guida c’è Panicos Demetriadis nominato dall’ex presidente comunista di Cipro, Dimitris Christofias. 

Finora non è chiaro Banca di Cipro è in buona salute o è un ennesimo istituto fantasma. La condizione dei prelievi limite dai conti di € 300 al giorno rimane in vigore. I ciprioti, intervistati dai media locali, non vedono minacce al controllo russo della Banca di Cipro. Dopo settembre comunque si capirà anche l’orientamento dei sistema finanziario, se modello Islanda, dove ancora dopo tre anni non c’è libera circolazione dei capitali oppure riprenderà il suo normale funzionamento solo un po’ più vigilato, come vorrebbero i finanziatori russi. 

Intanto a Cipro si affacciano i cinesi, già proprietari del Pireo in Grecia, e di numerose attività commerciale cinese a Cipro. Recentemente il cipriota Cyprus Mail ha riportato un forte aumento del numero di cittadini cinesi che hanno presentato una domanda di residenza a Cipro. Inoltre, è stato riferito che la società cinese China Investment Glory National Hong Kong ha annunciato l’intenzione di investire € 290.000.000 in golf resort a Cipro.