Il presidente ucraino, Viktor Yanukovich, il 9 agosto, ha siglato la legge che rende il russo, la lingua ufficiale dello Stato in alcune zone dell’ex repubblica sovietica.
La firma ha scatenato le accuse dell’opposizione che vede in questo un passo verso la smembramento dello Stato ucraino.
Si tratta della regioni che costituisco il bacino elettorale dello stesso Yanukovich e che si prevede voteranno ampiamente per il presidente uscente alle elezioni del prossimo ottobre.
La firma ha scatenato le proteste a Kiev oltre che bagarre in parlamento. I leader dell’opposizione hanno descritto la mossa come: «Un crimine contro lo Stato» che potrebbe spingere i cittadini verso la guerra civile. Di fatto, mentre l’ucraino resta la lingua di Stato, il decreto rende la lingua russa la lingua regionale dominante nelle zone a prevalenza russa dell’est industrializzato e del sud come la Crimea, dive è alla fonda la flotta russa del Mar Nero.