LIBRI. Il Tempo secondo Vecchioni

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Viaggi del tempo immobile, la prima opera del cantautore Roberto Vecchioni, è un tentativo ben riuscito di costruire storie attraverso la storia, dove il tempo prende forma attraverso la parola per tradurre quelle verità intime che appartengono al mondo degli uomini.

Teliqalipukt è un immortale atipico, soggetto alle leggi emotive dell’uomo, che ha vissuto molte vite terrene ed ha avuto la fortuna di conoscere personaggi leggendari che hanno dato un contributo importante al tempo passato. In questo viaggio temporale viviamo non le gesta o le imprese di quelle persone, bensì le inquietudini normali di gente straordinaria.

L’autore ci mostra la verità del tempo percepito che ordina, in maniera consequenziale, gli eventi, dove alla vita segue, prima o poi, la morte. A questa ordinaria percezione si contrappone un’elaborazione intima del momento dove i confini fisici e razionali cessano di esistere lasciando il posto all’immortalità. 

Emozioni che respirano l’infinito nonostante i propri limiti umani; una contraddizione che nasce, forse, dal viaggio del tempo immobile dove le emozioni creano verità personali e danno alla memoria la possibilità di essere tempo.

«- Che cosa significa esattamente “tempo”?

  • Il tempo è una cosa degli uomini, – disse Teliqalipukt.
  • Ma a cosa serve, come funziona, perché c’è?
  • Non significa niente, ma serve. Vedi, Minbar, gli uomini sono “binari”: hanno il bello e il brutto, il bianco e il nero, il dolore e la gioia, e non sanno viverli nello stesso presente, perché non capirebbero più niente e non si capirebbero più tra loro. Il tempo serve a tenergli ben divise queste certezze, a fare avvenire le cose una alla volta, non tutte insieme, come capita a noi.
  • Gli uomini non riescono a sentire contemporaneamente?
  • Fuori di loro. Fuori di loro no. Hanno azioni elementari e il tempo gliene sottopone una alla volta. Ma dentro sì, dentro sono proprio come noi, dentro non hanno tempo, o almeno “quel tempo”.
  • Ma questo non li confonde?
  • No, Minbar, gli uomini hanno bisogno di esser certi che a una cosa segue l’altra, alla vita la morte: è per loro come una strada su cui camminare, si spaventano molto quando ciò non accade come ad esempio nei sogni, in agonia, sotto droghe: sparisce la strada, camminano su una palude, nell’aria…Eppure molti di loro preferiscono quest’altro tempo che hanno dentro, e che non corre diritto, ma si muove all’impazzata in circolo: i folli per esempio, e i bambini, gli artisti. Ha tempo ciò che li colpisce di più, il resto è niente».

In questo contesto l’autore ci presenta personaggi del calibro di Alessandro Magno, Ferdinand De Sussure, Robert Scott, Carl Barks, Cervantes e li rende umani, persone prima di tutto.

Roberto Vecchioni inventa e gioca con la semantica per capire se esiste un nesso tra la parola e l’attimo. Il secondo è descritto da vocaboli immobili e tremendamente legati al proprio tempo, alla propria cultura. Il presente congela la parola che nella somma dei suoi presenti continua a cambiare e ad evolversi.

L’autore attraverso il racconto cerca di farci capire la potenza del linguaggio in ogni sua forma. La scienza del linguaggio ha le sue regole ben circoscritte e necessarie all’artista per far sì che la sua visione prenda forma.

Un libro complesso, che usa il racconto per spiegare la filosofia umana del linguaggio, dove i riferimenti storici e culturali inseriti nel testo stimolano e arricchiscono il lettore ma rischiano anche di demoralizzare chi non ha la conoscenza specifica per capire il tutto.

Alcune riflessioni brillano di luce propria ed è impossibile non sottolinearle.

Da un estratto del libro: «Quando due si lasciano, non parte chi se ne va: parte chi resta. Chi se ne va, era partito già molto tempo prima».

«All’apparenza è lei a prender la nave, lei a muoversi: ma è un falso movimento, il suo; è come se fossi io a camminare all’indietro, senza accorgermene. Per lei non c’è partenza, è ferma nel suo nuovo amore – non cambia stato la sua anima, quieto, alla fonda, il desiderio».

«È chi resta, invece, il solo a partire, cambiare condizione, forma del vivere, giornate, veglie, sussulti. È chi resta a non ritrovarsi più in quel posto, in quella geografia conosciuta di carezze e pensieri, e deve spezzare, andarsene, cambiar nome all’amore che non riconosce. È di chi resta l’unica partenza».

Simone Lentini 

Viaggi del tempo immobile
Roberto Vecchioni

Editore: Einaudi
Collana: Einaudi tascabili. Letteratura
Anno edizione: 2004
Formato: Tascabile
Pagine: 123 p., Brossura
EAN: 9788806168025