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In un comunicato, il gruppo armato separatista Polisario fa sapere di aver condotto nelle prime ore di domenica un attacco contro il Marocco nel Sahara Occidentale causando un morto e diversi feriti, lo riferisce il sito spagnolo Atalayar.
Subito dopo le esplosioni, diversi media locali avevano affermato che la causa delle esplosioni fossero bombole di gas nel sito industriale.
La Procura marocchina ha aperto un’indagine per indagare sulle quattro esplosioni e spari di proiettili denunciate dalle autorità locali avvenute in diversi quartieri della città di Smara, una delle più importanti della regione, situata a 80 chilometri a nord del confine con la Mauritania e 300 chilometri a ovest del confine con l’Algeria.
L’uso della violenza terroristica da parte del Fronte Polisario contrasta con la proposta di una soluzione pacifica e dialogata che ha rilanciato questo fine settimana alla Seconda Conferenza Internazionale sul Sahara Occidentale, per il Dialogo e la Pace, tenutasi a Dakar, del Movimento Saharawi per la Pace, che ha rivendicato il riconoscimento internazionale come rappresentante dei Saharawi e ha presentato una proposta concreta di negoziato con il Marocco per dare sostanza alla sua proposta di un’ampia autonomia del Sahara sotto la sovranità marocchina.
Di fatto, L’azione terroristica è avvenuta in risposta ai successi diplomatici del Marocco con il sostegno dei paesi rilevanti a livello internazionale alla proposta marocchina di un’ampia autonomia del Sahara sotto sovranità marocchina, presentata alle Nazioni Unite nel 2007.
Israele è stato l’ultimo paese a riconoscere la sovranità del Marocco sul territorio a luglio, una mossa adottata dagli Stati Uniti nel 2020.
Ventotto altri paesi – per lo più africani e arabi – hanno aperto consolati a Dakhla o nella città di Laayoune, in quello che il Marocco vede come un sostegno tangibile al suo dominio nel Sahara occidentale.
Maddalena Ingrao