USA. Se scoppia la guerra con la Russia, la flotta commerciale russa è KO

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L’importanza per Mosca del commercio marittimo, in particolare delle esportazioni di gas naturale liquefatto, e la riduzione imposta dall’età della flotta militare, sono un problema per il regime di Vladimir Putin.

Per gli Stati Uniti e i suoi alleati, la vulnerabilità marittima della Russia è un’opportunità. In tempo di guerra, le flotte statunitensi e quelle alleate potrebbero bloccare il commercio marittimo russo, frenando l’economia russa che potrebbe costringere Mosca a porre fine alla guerra a condizioni favorevoli a Washington.

«La Russia è al secondo posto dopo la Cina nel numero di navi mercantili battenti bandiera nazionale (…) Sono in gran parte navi portacontainer più vecchie e hanno un valore intrinseco relativamente piccolo. Tuttavia, come la flotta da pesca russa (che è anche la seconda più grande del mondo), sono importanti veicoli di valuta forte grazie al servizio nel cabotaggio e nel trasporto internazionale», riporta Forbes.

Queste navi servono un piccolo numero di grandi porti russi. San Pietroburgo e Kaliningrad sul Mar Baltico; Novorossijsk sul Mar Nero; Murmansk, all’estremo nord; Vladivostok sul Pacifico. Una serie di colli di bottiglia circondano questi porti, in particolare quelli sul Mar Baltico e sul Mar Nero. Una grande ed economicamente vitale marina mercantile che naviga attraverso punti di strozzatura da e verso un piccolo numero di porti invita praticamente ad attaccarla durante una guerra. A peggiorare le cose per Mosca, la sua flotta soffre per la scarsità di grandi navi da guerra a lungo raggio che potrebbero proteggere le navi mercantili in mare aperto.

La marina russa ha una sola portaerei, l’Ammiraglio Kuznetsov, più un incrociatore da battaglia a propulsione nucleare e una manciata di cacciatorpediniere e fregate. Il grosso della flotta russa, 360 navi, è composto da piccole navi da guerra costiere e sottomarini. Per la Russia, «la scorta navale di singole navi civili da parte di navi di superficie o (più probabilmente) sottomarini sarebbe possibile su scala limitata, ma sarebbe impossibile per le flotte civili in generale».

Le flotte navali statunitensi e quelle alleate, invece, hanno grandi navi da guerra a lungo raggio; più di mille, in tutto. La più importante forza è costituita da sottomarini d’attacco a propulsione nucleare, più le 11 portaerei nucleari della Marina degli Stati Uniti, le due portaerei convenzionali della Royal Navy e l’unica della flotta francese, anch’essa a propulsione convenzionale.

La pianificazione navale occidentale non dovrebbe ignorare il suo evidente vantaggio nella guerra commerciale. In caso di conflitto, le navi americane potrebbero dare la caccia alle navi russe nelle acque dell’Artico, mentre le navi europee nei mari del continente e gli alleati americani nella regione del Pacifico, ovvero il Giappone e la Corea del Sud, chiudendo i porti orientali della Russia.

Mosca sarebbe così strangolata dal blocco a seguito, ad esempio, di un’invasione russa degli Stati baltici, non solo il blocco potrebbe porre fine a una guerra a condizioni favorevoli all’Occidente, ma la minaccia del blocco potrebbe anche impedire una guerra.

Se affondare navi civili e uccidere marittimi civili potrebbe creare danni politici ai governi occidentali, l’utilizzo del “disattivatore di propulsione”, suggerisce Forbes, potrebbe evitare morti civili: si tratta di dispositivi intelligenti, simili a siluri, che distruggono i timoni di una nave senza perdite umane o danni significativi al resto della nave; privando la nave della sua mobilità.

Maddalena Ingrao