COREA DEL NORD. Ministero del Petrolio addio

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Il ministero del Petrolio della Corea del Nord è stato declassato a un ufficio dopo quasi 16 anni. Il ministero nordcoreano dell’industria petrolifera era stato innalzato al rango di Ministero da un ufficio nel 2004 e ha gestito le importazioni di petrolio come ministero per il governo.

A marzo, il Rodong Sinmun, aveva pubblicato un articolo che vi fa riferimento definendolo un ministero. Il 31 agosto, però, l’emittente televisiva coreana Central TV Broadcasting Station ha fatto riferimento al ministero come a un bureau, un ufficio, nel suo rapporto sui danni causati al Paese dalle forti piogge.

La decisione di abbassare lo status del Ministero sembra riflettere il ridimensionamento del lavoro legato alla sua industria petrolifera, poiché le sanzioni internazionali hanno impedito l’importazione di petrolio nel paese, riporta Yonhap.

A luglio poi, più di 40 paesi, tra cui Stati Uniti e Giappone, avevano denunciato a un comitato delle Nazioni Unite che la Corea del Nord aveva violato le sanzioni superando il tetto massimo per i prodotti petroliferi raffinati attraverso trasferimenti illeciti in mare, riporta Kyodo.

Si ritiene che la Corea del Nord, sanzionata per i suoi programmi di missili nucleari e balistici, abbia contrabbandato oltre 1,6 milioni di barili durante i cinque mesi di gennaio – molto più del limite annuale di 500.000 barili fissato da una risoluzione dell’Onu del 2017 – attraverso 56 spedizioni illecite, secondo un documento presentato a un comitato di sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su fonti della Corea del Nord e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Le navi nordcoreane effettuano regolarmente trasferimenti illeciti da nave a nave in mare come principale mezzo di Pyongyang per importare petrolio raffinato.

Il documento, presentato da 43 paesi, aveva esortato il comitato di sanzioni a informare gli Stati membri che devono «cessare immediatamente la vendita, la fornitura o il trasferimento dei prodotti al paese per il resto dell’anno».

Richieste simili sono state fatte al comitato delle sanzioni nel 2018 e nel 2019, ma non si è giunti a nessuna conclusione poiché la Cina e la Russia hanno contestato il trasferimento.

Antonio Albanese