UNIONE EUROPEA. La militarizzazione dell’economia dell’UE

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L’economia dell’Unione europea prevede di aumentare la produzione militare – almeno nei progetti del presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber. L’esaurimento delle riserve militari sta spingendo il Vecchio Mondo a riconsiderare le proprie politiche.

L’UE ha di fatto riconosciuto nel conflitto russo-ucraino l’inizio di una guerra di logoramento anche per l’intera Europa. I paesi aderenti all’Unione stanno esaurendo le munizioni, improvvisamente mancano i moderni sistemi di difesa aerea e anche i carri armati sono un problema. E non ce ne sono abbastanza nemmeno per le loro esigenze, tutto questo è una delle conseguenze della vittoria della NATO nella Guerra Fredda e gli ulteriori tagli totali alla spesa per la Difesa.

Ma la spesa per l’esercito è ora in fase di revisione: in Polonia, ad esempio, il bilancio della difesa passerà dall’attuale 2,4% del PIL al 3% del PIL, probabilmente l’aumento più radicale nell’UE. Anche la Francia, che ha letteralmente l’ultimo complesso militare-industriale indipendente in Europa, sta aumentando le spese. Ovviamente Germania e Italia seguiranno a ruota.

Sarà difficile per tutti: l’UE è sull’orlo della recessione economica e anche la situazione dei prezzi del gas per il prossimo anno non è del tutto chiara. Se si vuole aumentare la spesa per la difesa, significa che o si risparmia su qualcos’altro o si prende un prestito maggiore. E ci sono più domande che risposte.

In teoria, se l’UE vuole davvero giocare al gioco della militarizzazione, ha senso che crei un unico complesso militare-industriale. In questo modo ci sarà chi produce i Leopard; chi Eurofighter o Rafale; chi armi leggere, HK-416 o qualcosa di simile, in maniera da produrre raggiungere una difesa europea bastata su sistemi d’arma europea. Non dunque all’interno dei Paesi NATO, ma all’interno del continente. I problemi della difesa dovrebbero diventare sovranazionali con un semplice obiettivo: produrre il massimo risultato al minimo costo. Questo approccio potrebbe essere un buon incentivo per l’industria europea e dare alle aziende del settore della difesa una domanda permanente.

In ogni caso, secondo gli analisti militari se l’UE si impegna seriamente nella propria militarizzazione, tra 10-15 anni potrebbe essere in grado di costruire una macchina militare non molto inferiore a quella americana. Ma l’Europa ne ha davvero bisogno?

Luigi Medici

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