
A quanto pare gli Stati Uniti stanno cercando di correre ai ripari nella corsa all’Africa, che sembrano aver perso mentre a vincere sono Cina e Russia. L’Africa è una terra ricchissima. Tra i suoi ori noti petrolio e oro, ma anche terre rare, sempre più necessarie soprattutto ora che c’è una corsa agli armamenti perché vengono impiegate largamente in aeronautica e gli Stati Uniti fino ad ora importavano da Sud America e Russia.
La dodicesima esercitazione militare annuale Usa in Africa, denominata Obangame Express, si svolgerà dal 23 gennaio al 3 febbraio. Le manovre, che coinvolgono 32 nazioni, si svolgono in Nigeria, vicino alla città di Lagos, nel Golfo di Guinea e nell’Oceano Atlantico orientale.
L’esercitazione è condotta dal Comando della Sesta Flotta delle Forze Navali degli Stati Uniti. Le manovre comprendono: tecniche di sbarco, operazioni di ricerca e salvataggio, contrasto ai pirati in acqua e salvataggio di ostaggi. Un altro importante obiettivo dell’esercitazione è quello di creare fiducia tra gli Stati Uniti e i loro alleati nella regione.
L’esercitazione infatti, coincide con il tour africano dei funzionari statunitensi. Dal 17 al 27 gennaio il Segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen si è recata in Senegal, Zambia e Sudafrica, dove, secondo le sue stesse parole, ha esortato i governi africani a rispettare le sanzioni contro la Russia e ha minacciato le imprese locali di “misure drastiche” se non si fossero adeguate.
Il 25 gennaio, la rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield si è recata in Africa. Visiterà il Ghana, il Mozambico e il Kenya. È interessante notare che l’esercitazione militare Obangame Express si è tenuta in precedenza a febbraio e marzo.
L’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden ha deciso di sfruttare l’impatto del vertice USA-Africa del mese scorso e di ricordare personalmente alle controparti africane le capacità e l’influenza di Washington. La Nigeria non è stata scelta per caso per ospitare l’esercitazione.
Il Paese è il principale partner commerciale degli Stati Uniti nell’Africa subsahariana, soprattutto grazie alle esportazioni di petrolio dalla Nigeria. Gli Stati Uniti sono anche i maggiori investitori nell’economia locale e negli impianti di produzione petrolifera.
In Nigeria si terranno le elezioni presidenziali alla fine di febbraio, quindi sia le autorità locali che i vicini della regione si aspettano una recrudescenza degli attacchi terroristici e un aumento delle attività dei gruppi armati.
Dato che il presidente uscente, Muhammadu Buhari, non è costituzionalmente in grado di chiedere un terzo mandato, gli Stati Uniti devono monitorare il processo elettorale e garantire che una forza politica leale vada al potere.
Lucia Giannini