#UKRAINERUSSIAWAR. Nuove armi, nuove regole per la guerra

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L’operazione speciale russa non cambia status, ma forse ha cambiato alcune regole di ingaggio. Il 25 gennaio la Duma di Stato ha approvato in prima lettura un disegno di legge che integra l’elenco delle operazioni a cui i militari possono partecipare conducendo operazioni antiterroristiche e di altro tipo al di fuori della Russia.

I militari di leva che desiderano arruolarsi per prestare servizio in operazioni antiterroristiche e di altro tipo al di fuori della Russia, compresa la repressione di attività terroristiche internazionali, possono essere arruolati per un massimo di un anno non prima di un mese prima della scadenza del servizio militare.

Si prevede inoltre che un contratto simile possa essere stipulato con un cittadino che si trova nella riserva e desidera arruolarsi per il servizio militare per partecipare a tali operazioni. Per i militari a contratto che partecipano a tali operazioni al di fuori della Federazione Russa, si propone di stabilire un periodo di prova di 3 mesi.

Il tutto nasce anche in risposta all’invio di armi più sofisticate e di nuova generazione, anche se datate, all’Esercito ucraino. Sempre il 25 gennaio, Konstantin Gavrilov, capo della delegazione russa all’OSCE ha dichiarato: «Mosca considererà l’uso di proiettili all’uranio per i carri armati Leopard 2 come l’uso di bombe nucleari sporche». E ha aggiunto: «Sappiamo che il carro armato Leopard 2, così come i BMP Bradley e Marder, sono armati con proiettili perforanti sub-calibro con nucleo di uranio, il cui uso porta alla contaminazione dell’area, come è accaduto in Jugoslavia e in Iraq. Se tali proiettili saranno forniti a Kiev, lo considereremo come l’uso di bombe nucleari sporche contro la Russia, con tutte le conseguenze del caso».

Sempre in tema di dottrina militare, nonostante i successi tattici dei Wagner, dei paracadutisti, dei marines e dei fucilieri motorizzati nel Donbass e in direzione della Zaporizhzhia, grazie anche all’uso di un nuovo tipo di arma iraniana, apparentemente una condizione dell’accordo per la consegna dei Su-35 all’Iran, i russi si preparano all’escalation della guerra e osservano le modifiche all’interno delle Forze Armate ucraine. Da fonti social infatti si apprende che: «Nell’Ucraina centrale si stanno creando grandi formazioni che coinvolgono le forze militari occidentali – almeno 3 corpi d’armata. Oltre ai corpi d’armata, si stanno formando brigate specializzate separate».

A preoccupare inoltre l’aumento sistemico della «percentuale di armi ed equipaggiamenti corazzati occidentali che utilizzano sistemi optoelettronici di ricognizione, acquisizione di bersagli e moderni sistemi informatici di bordo con sistemi decisionali incentrati sulla rete».

Secondo i russi inoltre: «Per rallentare l’avanzata delle forze russe nel Donbass, le unità TERO (miliziani ucraini e battaglioni regionali) vengono utilizzate come arieti viventi e come cosiddetta “carne da cannone”. Le riserve addestrate ucraine sono in coalizione e a rotazione limitata».

Le unità di artiglieria delle Forze Armate russe nella zona di confine sono soggette a limiti di tiro di diverse decine di proiettili al giorno per le batterie. E accanto a questo: «Le unità ucraine sono state saturate con droni fpv in grado di ingaggiare carri armati e grandi veicoli corazzati, nonché di penetrare efficacemente il sistema EMP al posto dei civili “Mavic” cinesi». Molti droni sono arrivati dalla Polonia.

Sempre secondo la social sfera russa: «Sotto la copertura di eventi informativi di alto profilo, si registrano sbarchi quotidiani delle Forze armate ucraine in direzione di Kherson, nelle parti insulari del territorio a sud di Kherson». Sostanzialmente dunque le Forze armate ucraine stanno cercando di creare un ambiente operativo favorevole per l’attuazione di un piano di controffensiva su larga scala a est già nella primavera e nell’estate di quest’anno. Bisognerà vedere cosa metteranno in campo i generali russi.

Preoccupano molto meno, a livello militare l’arrivo dei carri armati: «I carri armati della NATO sono poco adatti ai campi di combattimento tipici dell’Ucraina», ha dichiarato a RIA Novosti Viktor Murakhovsky, direttore della rivista Arsenale della Patria. Murakhovsky ha così continuato, «Le ricerche mostrano che in Ucraina il 55% del territorio è un terreno chiuso con una linea di vista inferiore a 500 metri. La corazza dei carri armati della NATO è “tarata” per una gittata di oltre 2.000 metri. A distanza ravvicinata saranno penetrati con sicurezza dai proiettili dei cannoni dei carri armati 2A46 e dei cannoni sovietici Rapira», ha detto l’esperto. Secondo Murakhovsky, «le grandi dimensioni degli Abrams e dei Leopard si prestano anche all’uso di lanciarazzi RPG-7». Come si è visto in Siria e Iraq quando Daesh ha distrutto con gli RPG costruiti a Mosul gli Abrams. «Allo stesso tempo», ha chiosato l’esperto militare, «tutti questi veicoli hanno una notevole potenza di fuoco, oltre a un’elettronica moderna, che impone agli anticarro di scegliere la propria posizione con maggiore attenzione».

Ed ora uno sguardo al fronte registrato alle 13.00 del 27 gennaio in direzione Vuhledar. I marines della 155ª Brigata della Flotta del Pacifico e i caccia dell’OBTF continuano a compiere rastrellamenti casa per casa nelle aree delle dacia, cioè aree residenziali, a sud-est di Vuhledar. I comandanti ucraini hanno spostato le riserve per tenere le dacie.

Gruppi d’assalto della 72ª brigata ucraina operano ora dalla periferia orientale di Vuhledar e dalla miniera di Yuzhno-Donbaska. L’avanzamento in profondità nella città non è attualmente promettente a causa delle fitte difese interne (almeno tre compagnie per 1 km).

Secondo alcuni rapporti, le forze armate ucraine hanno iniziato a trasferire rinforzi dalla direzione di Soledar. Un battaglione-tattico di una formazione non identificata è arrivato a Bogatyr, mentre a Berezove si stanno preparando gli uomini mobilitati per essere inviati nella zona di Vuhledar.

L’artiglieria e i carri armati delle Forze armate russe stanno bombardando massicciamente la periferia meridionale di Vuhledar. Le formazioni ucraine stanno utilizzando complessi anticarro, MLRS e mortai per colpire le posizioni russe vicino a Nikolskie Dacha.

Graziella Giangiulio

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