UNGHERIA. Orban: l’UE è come l’URSS

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Nel suo discorso in occasione dell’anniversario della rivoluzione ungherese del 1956, il primo Ministro Viktor Orban ha criticato l’Unione europea paragonandola all’Unione sovietica, ma ha affermato che «Mosca era irreparabile, ma Bruxelles e l’Unione europea possono essere riparate».

Il 23 ottobre gli ungheresi hanno commemorato la rivolta del 1956 contro il dominio sovietico. Orban ha parlato nella città occidentale di Veszprem, capitale europea della cultura nel 2023: tutti i media sono stati esclusi, tranne quelli statali ungheresi, riporta BneIntelliNews.

Per il secondo anno consecutivo ha scelto un luogo fuori dalla capitale per il suo discorso che ha segnato anche l’inizio delle elezioni del Parlamento europeo e delle locali del 2024, delineando un programma conservatore. Orban ha caratterizzato la nazione ungherese come combattente per la libertà e la destra ungherese come eredi politici dei rivoluzionari.

La rivoluzione del 1956 è profondamente radicata nella memoria degli ungheresi come lotta per la libertà contro l’Unione Sovietica, vista come il primo chiodo sulla bara dell’impero sovietico. Come nel discorso dell’anno scorso, ha evitato accuratamente di paragonare l’aggressione in corso da parte della Russia in Ucraina agli eventi del 1956.

Il premier ungherese, percepito come l’unico politico vicino al presidente russo Vladimir Putin all’interno dell’Ue, si è pronunciato contro le iniziative dell’Ue volte a imporre sanzioni a Mosca e l’Ungheria è l’unico paese a opporsi alla consegna di armi all’Ucraina.

Nel corso degli anni, il conflitto di Orban con l’Ue ha gradualmente spostato la sua base di sostegno pro-Ue verso una posizione più filo-russa e le sue parole suggeriscono che il governo, nei colloqui con l’Ue sullo scongelamento di miliardi di euro di fondi per lo sviluppo, rimane un “ribelle” nelle questioni chiave: in passato l’Ungheria doveva ballare al ritmo di Mosca, ha detto, ma se «Bruxelles fischia, balliamo come ci pare e non lo faremo se non vogliamo» ha detto.

Il premier ungherese ha illustrato quello che probabilmente sarà un elemento importante della campagna, ovvero le questioni culturali. Da tempo afferma che la sovranità dell’Ungheria è a rischio a causa di forze esterne.

«Abbraccia il fatto che sei nato ungherese, cristiano, donna o uomo, che sei figlio di tuo padre e di tua madre, sposo di tuo marito o di tua moglie, genitore di tua figlia o di tuo figlio; abbraccia il fatto che sei un amico, figlio del vostro Paese e patriota», ha detto, aggiungendo che l’Ungheria non è disposta a rinunciare a questo nel 1956, 1990 o 2023 né per il bene di Mosca né per quello di Bruxelles.

Tommaso Dal Passo

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