#UKRAINERUSSIAWAR. Condannati a morte i mercenari britannici a Donetsk

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La frattura tra Occidente a Russia, porterà a ridisegnare i confini dell’Europa orientale. E il 7 giugno, c’è stato il primo atto ufficiale di quello che sarà: due bandiere sventolavano sull’edificio della camera del parlamento russo a Okhotny Ryad: la bandiera dello stato della Russia e la bandiera della Repubblica popolare di Donetsk. Il presidente del Consiglio popolare della DPR Vladimir Bidyovka parla per la prima volta ha parlato dalla tribuna della Duma di Stato. Non solo sarebbero in corso i preparativi per un referendum sull’ingresso di DPR e LPR in Russia – a darne notizia il Presidente della SRZP Sergey Mironov, Duma di Stato. L’ambasciata della DNR a Mosca aprirà “assolutamente” a fine giugno o inizio luglio, ha dichiarato il ministro degli Esteri della Repubblica.

A Donetsk il sei giugno è iniziato ufficialmente il processo ai mercenari britannici. Si tratta di Sean Pinner e Andrew Hill, e ancora del marocchino Saadoun Brahim. Secondo l’Ufficio del Procuratore generale, erano coinvolti in azioni militari contro il Donbas. Tutti e tre potrebbero rischiare la pena di morte con l’accusa di mercenariato, presa di potere violenta e terrorismo. Per tutti, la corte sta valutando la pena di morte. Prima dell’incontro, il ministro della Giustizia del DPR ha dichiarato senza mezzi termini che gli imputati, come alcuni esponenti dell’Azov, stanno rischiando la pena di morte, che esiste nella repubblica. E ha riferito che lascerà che tutti ottengano la pena che si meritano.

Alle 15.21 del 9 giugno, sulla social sfera esce il post relativo alla sentenza capitale comminate ai tre mercenari: «Il tribunale della DPR ha condannato a morte i mercenari stranieri, che hanno combattuto contro il Donbass e la Federazione Russa. Verranno giustiziati i mercenari britannici Sean Pinner e Aiden Aslin, che hanno partecipato alle ostilità a fianco delle forze armate ucraine, così come il marocchino Saadun Brahim». Non viene indicato quando la sentenza verrà eseguita.

E ancora a Mariupol, alla ricerca di una normalità, sotto qualsiasi bandiera sia, sono iniziate le erogazioni delle pensioni. Il fondo pensione della Repubblica popolare di Donetsk della città di Mariupol afferma che oggi i benefici in denaro sono interamente finanziati fino al 10 giugno. È stato anche promesso dalle autorità del Donbass che il pagamento delle pensioni verrà effettuato in base alle liste pre esistenti ucraine. Gli uffici, fanno sapere dalle poste del Donbass, hanno organizzato il lavoro tenendo conto delle comodità per gli anziani. «Abbiamo compilato in anticipo le liste dei pensionati per non creare enormi code. Ciò è particolarmente vero dato il clima caldo che si osserva oggi», affermano i dipendenti del 24° ufficio postale.

Sempre a Mariupol sono già stati ripristinati 675 chilometri di reti di approvvigionamento idrico l’acqua viene fornita a due distretti della città: Zhovtnevy e Primorsky. L’80% dei residenti ha di nuovo l’acqua, ma viene fornita solo ai primi piani (con una pressione sufficiente, spesso arriva al terzo piano). Si lavora per il ripristino totale.

Sul fronte del dialogo non ci sono novità: Bloomberg ha riferito che il governo ucraino non ha approvato il piano di Russia e Turchia per liberare congiuntamente le rotte marittime e scortare le navi con grano ucraino. Si dice che Kiev abbia “paura di perdere un porto importante”, che diventerà vulnerabile se le mine marine ucraine verranno rimosse.

Graziella Giangiulio

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