USA. Washington ritorna colonia britannica

309

La Royal Commonwealth Society sta facendo piani per aprire un ufficio negli Stati Uniti, con l’obiettivo di far diventare gli Stati Uniti d’America un “membro associato”.

Il progetto, riporta The Telegraph ripreso da Ria Novosti, sarebbe sostenuto dalla regina Elisabetta, è il risultato della passione di Donald Trump per la Gran Bretagna e la famiglia reale inglese.

La notizia farebbe parte degli sforzi per far diventare il Commonwealth uno strumento per la costruzione di relazioni su molti aspetti dalla politica estera al commercio, dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.
Secondo Michael Lake, direttore della Royal Commonwealth Society, l’apertura di una filiale negli Stati Uniti, rafforzerebbe ulteriormente i legami della Gran Bretagna con le sue ex colonie, come gli Stati Uniti d’America, e con paesi che non facevano parte dell’impero britannico.

L’idea centrale è quella di promuovere i collegamenti «reciprocamente vantaggiosi con amici affidabili» in tutto il mondo su tutto, dal commercio alla difesa.

Il vantaggio del Commonwealth è che funziona in maniero meno formale dei governi, è un accordo favorito da valori e cultura comune.

«Funziona, perché le aziende trovano più facile e più congeniale lavorare in paesi del Commonwealth», ha detto Lake.

L’elezione di un nuovo presidente Usa e la Brexit avrebbero accelerato il progetto; lo scorso dicembre, Lake ha scritto una lettera a Trump, consegnata dall’ex leader Ukip (nella foto).

Farage, entusiasta dell’elezione di Trump, ha promosso l’idea e ha presentato la lettera a Steve Bannon, consigliere strategico del presidente. Per Farage, il Commonwealth si adatta bene alla politica estera dell’amministrazione Trump.

Lake avrebbe scritto nella sua lettera che l’apertura di una filiale del Commonwealth in America avrebbe aiutato il Regno Unito e gli Stati Uniti «trovare modi creativi» per lavorare insieme e secondo il quotidiano britannico la risposta della Casa Bianca è stata «molto positiva».

Sarebbero in corso discussioni per stabilire la sede dell’ufficio di rappresentanza a New York.

Antonio Albanese