TURCHIA. Aumenta il commercio con la Russia e l’UE chiede spiegazioni

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Aumenta il disagio occidentale mano a mano che si comprende quanto la Turchia stia capitalizzando nella politica di Bruxelles di isolare il Cremlino con le sanzioni, entrando nei mercati russi che le aziende europee, statunitensi e di altri Paesi sono state costrette a lasciare.

Questa percezione, secondo BneIntellinews, è stata rafforzata dalla pubblicazione dei dati commerciali ufficiali della Turchia, che mostrano che le esportazioni turche verso la Russia sono cresciute del 46% su base annua in termini di valore nel periodo maggio-luglio. I dati compilati dal Ministero del Commercio turco e dall’Istituto di Statistica turco, TurkStat, hanno mostrato che il valore delle esportazioni è aumentato di 642 miliardi di dollari, raggiungendo i 2,04 miliardi di dollari. Le esportazioni turche in Russia a luglio sono aumentate del 75% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 730 milioni di dollari, con una rapida espansione del commercio di veicoli di cui il ministro dei trasporti turco si è apertamente vantato.

La quota della Russia sul totale delle esportazioni turche a luglio ha raggiunto il 3,9% dal 2,6% del luglio 2021. Il valore delle esportazioni rimane relativamente modesto, ed è nullo rispetto alla bolletta energetica che la Turchia paga alla Russia per il petrolio e il gas, ma l’approfondimento della cooperazione economica tra Ankara e Mosca infastidisce Bruxelles, soprattutto da quando, all’inizio del mese, un vertice segreto di quattro ore, poi reso noto, tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e l’omologo russo Vladimir Putin si è concluso con l’impegno congiunto di espandere la collaborazione in campo energetico e commerciale. Il timore è che la Turchia aiuti Putin a eludere le sanzioni.

Secondo il Financial Times del 16 agosto, le cancellerie europee hanno chiesto spiegazioni ad Ankara sui suoi rapporti con il Cremlino.

Per la Turchia, mantenere buone relazioni sia con Mosca che con l’Ucraina significa preservarsi come interlocutore fidato che può essere chiamato a mediare i colloqui quando i russi e gli ucraini saranno pronti a parlare di pace.

Ma c’è un altro aspetto cruciale nella crescente cooperazione della Turchia e di Erdogan con la Russia nonostante la guerra. La Turchia sta affrontando una grave crisi economica e molti turchi, che sperano di vedere Erdogan sconfitto alle elezioni, incolpano la “Erdoganomics”: con la dollarizzazione in Turchia a livelli record e la lira turca in ginocchio, Erdogan ha bisogno di tutto l’aiuto economico che può ottenere in questo momento.

Il 12 agosto, Moody’s ha tagliato ulteriormente il rating sovrano del Paese, portandolo a sei punti al di sotto dell’investment grade.

Maddalena Ingrao