TERRE RARE. Il Giappone estrarrà metalli preziosi dai suoi fondali 

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Oltre un decennio dopo la scoperta di vasti giacimenti di terre rare vicino a una delle sue remote isole del Pacifico, il Giappone si sta avvicinando all’estrazione commerciale di risorse in acque profonde. Tokyo infatti si appresta a lanciare un progetto pilota pionieristico per l’estrazione di minerali di terre rare da un giacimento offshore sui fondali marini, segnando un primato mondiale nell’estrazione mineraria in acque profonde.

L’operazione, il cui inizio è previsto per gennaio del prossimo anno, sarà condotta dall’Agenzia giapponese per la scienza e la tecnologia marina e terrestre, JAMSTEC, utilizzando la nave di perforazione scientifica in acque profonde Chikyu, come riportato da Caliber e Nikkei.

La Chikyu sarà posizionata a circa 100-150 chilometri dalla costa dell’isola di Minami-Torishima, un remoto atollo corallino situato a circa 1.950 chilometri a sud-est di Tokyo. Da questa posizione, una condotta specializzata verrà calata a circa 5.500 metri sotto la superficie dell’oceano, fino al fondale marino, per raccogliere circa 35 tonnellate di fango. In caso di successo, si tratterà del primo recupero in assoluto di elementi di terre rare da profondità così estreme.

Si prevede che il processo di estrazione, inclusa la posa della condotta, richieda circa tre settimane, dopodiché la nave trasporterà il fango raccolto in Giappone. I funzionari stimano che una tonnellata di fango contenga circa due chilogrammi di minerali di terre rare.

Anche se la Cina attualmente domina la produzione mondiale di terre rare, la zona economica esclusiva del Giappone, in particolare intorno a Minami-Torishima, vanta riserve significative, stimate in circa 16 milioni di tonnellate, che la collocano al terzo posto al mondo per dimensioni nel giacimento di terre rare. Particolarmente abbondanti in questa regione sono il disprosio, vitale per i magneti dei motori dei veicoli elettrici, e il gadolinio, utilizzato nelle barre di controllo nucleari. L’isola di Minami-Torishima è a circa 1.950 chilometri a sud-est di Tokyo.

Il governo giapponese prevede di integrare le terre rare estratte da Minami-Torishima nel settore privato già a partire dal 2028. Tuttavia, i dettagli riguardanti la composizione specifica e l’estensione dei giacimenti, sepolti sotto i fondali marini a profondità comprese tra 4.000 e 6.000 metri, rimangono poco chiari.

JAMSTEC ha già condotto con successo un’operazione di estrazione al largo della costa della prefettura di Ibaraki tra agosto e settembre 2022, dove il tubo ha raggiunto i 2.500 metri di profondità. L’imminente operazione Minami-Torishima tenterà di recuperare materiale a profondità più che raddoppiate. Un test pilota di successo potrebbe aprire la strada a operazioni di estrazione su larga scala.

Originariamente previsto per l’anno fiscale 2024, il progetto Minami-Torishima ha subito ritardi a causa della consegna tardiva del tubo specializzato, prodotto da un’azienda britannica. Il tubo è stato consegnato a maggio, aprendo la strada all’avvio dei lavori a gennaio. Il costo per la fornitura del tubo e delle relative attrezzature è stato di circa 12 miliardi di yen. 

In prospettiva, è prevista una seconda estrazione di prova per il 2027, della durata di oltre un mese, con l’obiettivo di recuperare 1.000 tonnellate di fango. Oltre ai depositi di fango di terre rare, si stima che la Zona Economica Esclusiva intorno a Minami-Torishima contenga anche numerose tonnellate di cosiddetti noduli polimetallici, rocce delle dimensioni di una patata contenenti minerali essenziali come manganese e cobalto.

Per facilitare il trasporto, i funzionari intendono costruire una raffineria semplice a Minami-Torishima, semplificando la lavorazione delle terre rare prima della spedizione verso il territorio metropolitano del Giappone.

Si ritiene che i fondali marini giapponesi contengano vaste riserve inutilizzate di minerali preziosi. Si stima che la sola area circostante Minami-Torishima contenga fino a 16 milioni di tonnellate di terre rare. In passato, il Giappone ha ripetutamente sottolineato il suo obiettivo di istituire un’industria mineraria commerciale in acque profonde entro la fine del decennio.

Tommaso Dal Passo

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