SPECIALE DAESH MATRIX #60

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di Redazione ITALIA – Roma 04/01/2017 Il trend di ISIS, dopo 12 mesi di osservazione costante social, lascia intravedere per il 2017 una multinazionale del terrore che punterà sempre di più sulla propaganda e “coranizzazione secondo Daesh” nei seguenti paesi: Indonesia, Filippine, Bangladesh, Caucaso, Africa Centrale, Afghanistan e Pakistan; che cercherà in ogni modo di destabilizzare: Yemen, Giordania, India, Egitto (Sinai) con puntate sui confini israeliani puntando a coinvolgere direttamente e in prima persona anche l’Arabia Saudita. Cercherà di innalzare la temperatura nei Balcani, nei paesi asiatici e nel Centro Africa. Per quanto riguarda l’Europa il progetto di ISIS è chiaro: rompere l’unità dell’Unione europea attraverso attacchi mirati condotti dai suoi uomini. Via social, infatti, abbiamo registrato una massiccia campagna di propaganda rivolta direttamente ai lupi solitari, a coloro che intendono in Europa, sostenere Daesh, instillando odio e rancore verso quegli stati che attaccano con i raid aerei non solo lo Sham.
Per quanto concerne l’Iraq il 2017 sarà costellato da un guerra senza esclusioni di colpi, con la variabile Trump. Se il neo presidente eletto dovesse dare seguito a quanto detto in campagna elettorale, potrebbe richiamare i suoi uomini in patria e questo significherebbe consegnare l’Iraq in mano all’Iran e alla coalizione anti-Daesh d’Oriente formata da: Iran, Russia, Cina, Iraq, Siria (e indirettamente Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan). Per Daesh, se Trump se ne andasse sarebbe un colpo di fortuna. Sempre meglio vedersela con milizie sciite incapaci di fare la guerra e codardi che con truppe speciali Usa. I Paesi del golfo al momento annaspano; Daesh comunque è pronta a tutto, il suo obiettivo è chiaro dalla seconda metà del 2016: resistere e prendere il nemico per sfinimento, in attesa che i “fratelli” conquistino zone limitrofe come il deserto giordano, o il sud della Libia, il Niger o il Chad o la Nigeria. Lo Stato Islamico è il primo Stato liquido della storia, in grado di modificare i confini con un post via web, con regole definite solo dal punto di vista del dogma religioso senza la necessità di una riga e una matita su una carta geografica e di men che meno di un accordo politico. Il 2017 per la Siria potrebbe essere l’anno di svolta. La fine della guerra intestina, con sacche di resistenza daesh in alcune città: Deir Ez Zor, Homs, confine siriano-iracheno Raqqa e al Bab con tanti morti e sofferenza cadranno. Russia, Iran e Turchia hanno tirato le fila e preso il righello per definire i nuovi confini, piaccia o non piaccia ai ribelli. Unici veri sconfitti in questa guerra che cambierà il volto etnico e geografico della Siria. I curdi, anche per accontentare la nuova alleata In Turchia, i curdi avranno un loro territorio, molto ridotto rispetto alle aspettative Rojava, lontano dai confini turchi; gli iraniani mirano a Damasco da condividere con Hezbollah, I russi Latakia e Tartus. L’unica incognita sarà Assad. Per la Russia in crisi di liquidità la guerra in Siria sta costando davvero troppo; l’Iran sfiora oggi il sogno del ritorno alla Grande Persia; unica incognita l’Iraq. All’Europa e ai Paesi NATO rimarranno i milioni di profughi da gestire. In Europa dovremmo sostenere i sunniti che di fatto la “colonizzeranno”, dando un volto, nuovamente religioso dopo oltre 200 anni di laicismo; questa volta la religione monoteista sarà quella musulmana. Dopo tutto l’Europa non è in grado di imporre regole e di “salvare” la sua cultura millenaria, sfilacciata, asfittica, in una parola secolarizzata. Il processo che inizierà dal 2017 durerà in maniera “silente” per almeno sette anni, il tempo necessario per avere in Europa il ricambio politico e poi comincerà una sorta di lotta culturale e politica che durerà per molti anni.
DAESH MATRIX è il secondo volume dedicato al fenomeno dello Stato Islamico. Per informazioni e prenotazioni scrivere a: segreteria.redazione@agccommunication.eu