SALUTE. Tumore del rene, la chirurgia in aiuto dei malati ai primi stadi

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È degli ultimi giorni l’appello, pubblico, che la nota conduttrice tv Paola Perego ha lanciato all’indirizzo dei suoi follower attraverso la stampa generalista e i Social: “Sottoposta a nefrectomia parziale per neoplasia del rene. È importante fare sempre molta prevenzione, può salvare la vita”. 

Un messaggio accorato che non deve cadere nel vuoto; specie alla luce degli oltre 12.500 casi di tumore del rene che ogni anno colpiscono sia la popolazione maschile sia quella femminile. 

Alberto Lapini, Past president di SIUrO, Società Italiana di Uro-Oncologia, spiega come «il tumore del rene risulti piuttosto insidioso: tuttavia, ed è una buona notizia, negli ultimi anni abbiamo registrato progressi davvero rilevanti. La chirurga, infatti, guarisce 1 paziente su 2 se la malattia viene aggredita ai primi stadi». 

Le diagnosi precoci, ricorda però Labini, «sono ancora difficili e nella metà dei riscontri l’individuazione della neoplasia avviene in modo del tutto casuale. Occorre intervenire subito sugli stili di vita». 

«Nel 55% delle diagnosi – aggiunge – la malattia è agli esordi ed è confinata al rene. Quando è così, attraverso l’asportazione parziale o totale dell’organo, riusciamo a guarire il 50% dei pazienti presi in carico. Inoltre, le nuove tecniche e tecnologie hanno reso gli interventi in sala operatoria meno invasivi rispetto al recente passato. La chirurgia conservativa può essere eseguita mediante chirurgia “a cielo aperto”, laparoscopia o robot-assistita. Garantisce la radicalità oncologica e la rimozione del tessuto neoplastico, permettendo la conservazione inalterata della funzione renale. Solo nei casi in cui la conservazione del rene non è possibile, l’opzione è la nefrectomia radicale. Condotta per via laparoscopica vista la minore invasività della procedura». 

«Sovente i pazienti – commenta Sergio Bracarda, presidente nazionale SIUrO – scoprono la neoplasia da esami clinici svolti per altri problemi di salute. Anche per questo motivo il 30% dei carcinomi renali appaiono già in fase avanzata o metastatica. In simili condizioni, più difficili da trattare, la radioterapia e la chemioterapia trovano scarso utilizzo. Risultati decisamente migliori arrivano grazie allintroduzione dellimmunoterapia e delle terapie mirate. 

I tassi di controllo di malattia e di lungo sopravviventi sono nettamente aumentati dietro la spinta delle combinazioni di farmaci». «Condividiamo l’appello di Paola Perego sull’importanza della prevenzione. Se quella secondaria è abbastanza difficile nel tumore del rene, va comunque ricordata l’estrema importanza degli stili di vita sani. Il fumo di sigaretta, ad esempio, raddoppia il rischio d’insorgenza dei tumore renali. Al sovrappeso e all’obesità è invece attribuibile più del 30% dei casi registrati nei Paesi europei».

Marco Valeriani

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