Paradossalmente, “grazie” all’operazione israeliana a Gaza, l’enclave riceverà presto un porto, alla cui creazione le autorità israeliane si sono opposte per molti anni. La domanda, tuttavia, è per quanto tempo funzionerà.
Secondo Reuters, la stima del costo per l’esercito americano per costruire un molo, vicino alla Striscia di Gaza per la consegna di aiuti umanitari, è arrivata a 320 milioni di dollari, secondo un portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e una fonte a conoscenza della situazione.
La cifra, che non è stata riportata in precedenza, illustra la portata dello sforzo di costruzione, che secondo il Pentagono coinvolge circa 1.000 soldati statunitensi, principalmente dell’Esercito e della Marina. Tuttavia, secondo una persona a conoscenza della questione, il costo è circa raddoppiato rispetto alla stima originale fatta all’inizio di quest’anno.
Le foto satellitari pubblicate dall’Associated Press mostrano il T-AKR-306 Roy P. Benavidez della Marina americana a 8 km dalla costa della Striscia di Gaza, con parti del molo umanitario di Gaza in fase di assemblaggio nelle vicinanze.
Il Molo andrà a congiungersi direttamente con il corridoio Netzarim. Hamas ha fatto sapere in più occasioni che il corridoio non sarà solo umanitario ma servirà per portare armi a Israele e per dividere la Striscia di Gaza che finirebbe sotto il controllo di Tel Aviv. E per questi motivi giustifica gli attacchi ai militari su questo corridoio. In modo particolare le Brigate Al-Quds cercano sempre di attaccare i centri di comando e controllo lungo la linea di rifornimento dell’asse “Netzarim”.
A parlare di cibo per i palestinesi a Gaza Il portavoce dell’IDF, contrammiraglio Daniel Hagari: “Nelle ultime settimane, la quantità di aiuti umanitari inviati a Gaza è aumentata in modo significativo. Nei prossimi giorni, la quantità di aiuti destinati a Gaza continuerà ad aumentare ancora di più. Cibo; acqua; forniture mediche; attrezzature per rifugi e altri aiuti: a Gaza ne stanno andando più che mai”.
Questo aumento degli aiuti è il risultato di maggiori sforzi, tra cui: l’apertura del porto israeliano di Ashdod; e un nuovo valico che è stato aperto nel nord di Gaza; e aumentare la quantità di aiuti provenienti dalla Giordania – attraverso Israele – che entrano a Gaza attraverso il valico di aiuto umanitario di Kerem Shalom. Abbiamo anche facilitato l’apertura di decine di panifici nel nord e nel sud di Gaza, insieme al Programma alimentare mondiale.
Insieme al Comando Centrale degli Stati Uniti stiamo lavorando ad un molo marittimo temporaneo, noto come JLOTS – che sta per “Joint Logistics Over-the Shore”. Questo molo temporaneo fornirà un sistema di distribuzione da nave a terra che aumenterà ulteriormente il flusso di aiuti umanitari a Gaza.
Fornire aiuti alla popolazione di Gaza è una priorità assoluta, perché la nostra guerra è contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza. Cerchiamo di contribuire ad alleviare la sofferenza dei civili a Gaza derivante dalla guerra iniziata da Hamas il 7 ottobre, quando massacrò e rapì gli israeliani.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio