SALUTE. Super Path, la protesi d’anca di ultima generazione

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Il suo nome è Super Path (Superior Percutaneously Assisted Total Hip) ed è la tecnica mininvasiva utilizzata, per la prima volta a Hesperia Hospital di Modena, su un paziente 89enne quale recentissima evoluzione nella chirurgia protesica dell’anca. A intervenire sull’uomo, affetto da più patologie concomitanti, l’équipe specialistica diretta dal dottor Enrico Rasia Dani.

«La chirurgia mininvasiva dell’anca – spiegano da Hesperia Hospital – è una chirurgia difficile: richiede grande esperienza e alcuni approcci rappresentano, in determinate circostanze, un limite che non si può oltrepassare».

Elemento caratterizzante della Super Path è il “risparmio” sia delle strutture muscolari del soggetto operato, sia della capsula articolare vera e propria.

«L’accesso prevede una capsulotomia prossimale tra medio gluteo e il piriforme, la conservazione dell’intera capsula, dei rotatori esterni e della banda ileo tibiale. La preparazione femorale avviene in situ, mentre la preparazione acetabolare è assistita tramite un portale dedicato».

In questo modo, la sostituzione protesica dell’articolazione dell’anca si ha lasciando l’articolazione nella posizione originale, naturale, evitando conseguenze ai vasi sanguigni e al sistema nervoso.

Ma in quali casi si procede con la sostituzione protesica? Quando ci si trova al cospetto di un’artrosi coxo femorale-artrosi primaria e nelle condizioni di patologie alteranti la geometria articolare con usura precoce: vedi la displasia, l’epifisiolisi, il morbo di Parthes, la necrosi avascolare (l’osteonecrosi) e l’antagonismo femoro-acetabolare.

L’uomo sottoposto a intervento, 89 anni, affetto da più patologie concomitanti, cardiopatico (insufficienza cardiaca) ed esisti da ictus, è entrato in sala operatoria con un’artrosi severa dell’anca destra: status che impediva a tutti gli effetti la normale deambulazione.

La protesi impiegata – chiamata Microport – è stata impiantata contenendo al massimo la perdita di sangue – a meno di 200 cc – e permettendo buoni risultati sul dolore post-chirurgico.

«Questo approccio – commentano da Hesperia Hospital – consente un rapido recupero funzionale: dal giorno seguente l’intervento il paziente ha iniziato il programma di rieducazione e ripresa della deambulazione con ausili. In quarta giornata il paziente è stato trasferito al Centro di Riabilitazione Intensiva, riducendo al minimo i tempi di ospedalizzazione e con conseguente risparmio economico».

Super Path è dunque l’ultima frontiera in fatto di protesi d’anca il cui impiego, grazie all’impianto mininvasivo, è consigliato altresì in soggetti molto fragili e obesi. Sfrutta infatti i plus derivanti dall’approccio e dal minimo rischio di complicanze. Inoltre, la sua applicazione riduce da un lato i tempi di recupero e dall’altro i costi legati alla degenza sanitaria. In più non ha limitazioni particolari, poiché l’impianto risulta alquanto stabile.

È infine portatrice di buone notizie per gli sportivi: tra le discipline consentite dopo poche settimane figurano il ciclismo, il nuoto, il tennis, il golf, la corsa leggera e il trekking. A circa tre settimane si torna alla guida dell’auto.

Marco Valeriani

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