Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato il 7 giugno scorso un’apertura parziale del confine del paese con la Colombia, che il suo governo ha chiuso a febbraio, quando i leader dell’opposizione stavano facendo i preparativi per portare aiuti nel paese, tentativo poi fallito.
Maduro ha chiuso i confini con la Colombia, il Brasile e le isole delle Antille olandesi, mentre il leader dell’opposizione Juan Guaido si è preparato a portare aiuti umanitari sostenuti dagli Stati Uniti. Il mese scorso il suo governo ha aperto il confine con il Brasile e l’isola di Aruba, ma le autorità di Aruba hanno detto che il confine rimarrà comunque chiuso, riporta Reuters.
Maduro ha detto il 7 giugno, sempre via Twitter, che i valichi di frontiera colombiani nello stato occidentale di Tachira saranno stati aperti dall’8 giugno: «Siamo un popolo di pace che difende fermamente la sua indipendenza», ha scritto il presidente chavista.
Le chiusure hanno causato problemi economici per le città di confine che sempre più spesso si affidano alle città colombiane per i beni e i servizi di base.
Molti cittadini hanno fatto ricorso ad attraversamenti illegali su strade secondarie, pagando talvolta pedaggi ai gruppi criminali che controllavano il passaggio, per ottenere generi alimentari o cure mediche di base.
Il Venezuela sta vivendo un collasso economico iperinflazionistico dovuto allo scollamento progressivo del suo sistema socialista.
Guaido, che è stato riconosciuto da decine di paesi come il legittimo capo di stato venezuelano ad interim, ha tentato di portare cibo e forniture sanitarie nel paese nel mese di febbraio. Truppe e polizia hanno respinto i camion degli aiuti, due dei quali sono andati in fiamme.
Maduro dice che il Venezuela è vittima di una “guerra economica” guidata dall’opposizione con l’aiuto di Washington, che ha imposto diverse serie di sanzioni contro il suo governo.
Lucia Giannini