SALUTE. L’Intelligenza artificiale cura il cuore

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L’intelligenza artificiale entra in campo medico e aiuta gli specialisti del cuore nella risoluzione della sindrome di Wolff-Parkinson-White.

È frutto del lavoro svolto dal team Aritmologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola, Ravenna, ospedale di alta specialità del Gruppo GVM Care & Research, lo studio che contempla un nuovo modello di trattamento delle aritmie cardiache pubblicato da poco sulla rivista dell’organizzazione internazionale Heart Rhythm Society.

«Questo studio – spiegano da GVM – presenta un modello d’intelligenza artificiale applicata all’aritmologia di tipo interventistico. Si parte dall’analisi dei segnali e degli elettrogrammi intracardiaci per giungere a riconoscere e individuare con la massima affidabilità possibile la via anomala e poi praticare l’ablazione (bruciatura) del tessuto cardiaco responsabile dell’aritmia portando a zero l’uso delle radiazioni».

Il modello trae origine dalla volontà di innovare sensibilmente l’approccio specialistico a una sindrome piuttosto particolare: quella di Wolff-Parkinson-White. Una patologia congenita che scaturisce da un’anomala conduzione cardiaca e che può dare il là a episodi di tachicardia.

La Wolff-Parkinson-White è determinata da fibre elettrice parallele a quelle naturali del cuore, collocate a mo’ di ponte tra atri e ventricoli e che possono scatenare aritmie mortali: colpisce soprattutto la popolazione maschile – 70% dei casi – in giovane età.

Gli esami elettrofisiologici endocavitari – aggiungono gli specialisti GVM – ovvero quelli attuati a valutare la presenza di anomalie nel sistema elettrico del cuore e che vengono eseguiti sia in chi ha sintomi evidenti e in quanti non ne hanno, permettono di capire quali soggetti affetti dalla sindrome sono in pericolo di vita per morte cardiaca improvvisa.

Prima dell’avvento dell’“intelligenza artificiale”, e soprattutto prima della mappatura del sistema elettroanatomico del cuore, lo specialista doveva prendere in considerazione molti fattori propedeutici al successo dell’ablazione: non ultima l’esperienza nel saper riconoscere il segnale proveniente dalla via anomala nonché la localizzazione precisa.

Da qui si è ora arrivati a sviluppare una procedura per migliorare la diagnosi dedicata proprio alla localizzazione del punto anomalo e garantire un risultato – a tecnica mininvasiva – altamente efficace.

«Un esempio di “intelligenza artificiale” – chiarisce Saverio Iacopino, responsabile dell’Aritmologia di Maria Cecilia Hospital e Coordinatore nazionale di Aritmologia ed Elettrofisiologica di GVM Care & Research – basato sulla valutazione multiparametrica e su un processo di mappatura automatica che consente di ridurre tantissimo le complicanze e minimizzare le radiazioni emesse durante l’intervento fino alla loro eliminazione. Si perfeziona allora la diagnosi di localizzazione e si favorisce l’ablazione più mirata e più sicura del tessuto cardiaco, con tempi di erogazione della radiofrequenza a qualche secondo».

Il modello consentirà d’affrontare pazienti molto giovani, atleti, donne in gravidanza e coloro in cui il “difetto” elettrico emerge tardivamente.

Marco Valeriani