SALUTE. Cuore: sì all’alta montagna, ma con prudenza

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Cuore: sì all’alta montagna ma ognuno nel rispetto delle precauzioni. Non siamo tutti uguali e la prudenza – anche praticando sport – può salvarci la vita.

Domanda: cosa accade al nostro “motore” e ai polmoni di uomini e donne se si va in alta quota? La risposta è contenuta nei dati pubblicati dal Centro Cardiologico Monzino, autore a tutt’oggi del primo e unico studio sull’argomento – finanziato dalla Fondazione IEO-MONZINO apparso da poche settimane su High Altitude Medicine and Biology. Ebbene, i dati evidenziano in modo molto chiaro che ciò dipende dalle caratteristiche del proprio organismo.

Il che tradotto equivale a: IMC (Indice di Massa Corporea) corrispondente a condizioni di sovrappeso, età avanzata e sesso maschile portano – ahinoi – a una difficoltà della respirazione, detta ipossiemia, quando si è alle prese con le salite in montagna. Specie a quote importanti e soprattutto nei mesi della stagione invernale.

La ricerca del Monzino
La ricerca spinta ad analizzare la risposta cardio-polmonare durante una ‘forte’ esposizione all’altitudine così da poter valutare le condizioni di ciascun individuo – puntava a stabilire se una persona può raggiungere determinate altitudini; qual è il periodo di acclimatamento da osservare; fino a che punto può arrivare e qual è il livello di rischio individuale. E per ottenere i necessari riscontri, lo studio ha messo sotto la lente un campione di 4.874 soggetti con differente età e diverse caratteristiche. Il 67% del gruppo formato dai volontari (1.793 maschi e 1.474 femmine) si è quindi sottoposto a tutte le misurazioni previste facendo ricorso alla stazione biometrica Keito 69. Ovvero la prima postazione al mondo per il check cardiaco in alta quota, resa operativa due anni fa e posizionata più su delle funivie del Monte Bianco a Punta Helbronner.

Cosa misura la stazione biometrica Keito 69?
Realizzata a tecnologia multilingue, Keito 69 misura il peso, l’altezza, la percentuale di massa magra e grassa di ogni individuo, l’indice di massa corporea (IMC) ma, più nello specifico, i valori della pressione arteriosa (la pressione sanguigna), la frequenza cardiaca e la saturazione dell’ossigeno disciolto nel sangue. Allo stesso tempo, accanto alla stazione biometrica – allo scopo di aumentare il grado d’informazione e sensibilizzazione verso quanti frequentano la montagna – sono stati posizionati alcuni pannelli che riportano gli effetti cardiovascolari derivanti dall’esposizione acuta all’altitudine. Pannelli e stazione Keito 69 consentono a chiunque di prendere coscienza di alcuni indici e capire, in pochi minuti, se si rientra nei limiti della normalità rispetto alla quota raggiunta.

“La disponibilità di moderni impianti di risalita – dice il professori Piergiuseppe Agostoni, Direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino – garantisce la fruibilità dell’alta quota, in tempi sempre più brevi, ad ogni categoria: dal sano al cardiopatico, dal giovane all’anziano. La salita può tuttavia presentare rischi per il sistema cardiovascolare. Da qui, abbiamo ideato uno strumento capace di valutare i rischi e garantire l’ascesa in sicurezza”.

I numeri del cuore in Italia
In Italia, la principale causa di morte – con 240mila decessi l’anno – è rappresentata proprio dalle malattie cardiache. Superano i 7 milioni le persone coinvolte da problematiche correlate alle stesse patologie. Nel nostro Paese, si registrano all’incirca 150mila infarti ogni 12 mesi; mentre i ricoveri ospedalieri dovuti a scompenso cardiaco oltrepassano la cifra di 1 milione e 500mila.

Marco Valeriani