
Il ballo quale supporto, fondamentale, nella lotta contro i tumori. L’idea nasce grazie all’iniziativa, gratuita, promossa lungo lo Stivale dall’associazione Dance For Oncology che vede in prima fila l’artista britannica Carolyn Smith (famosa in TV per la sua partecipazione a Ballando con le stelle).
Nel concreto si tratta di corsi di danza appositamente studiati per i pazienti oncologici. E allo stato dell’arte vi hanno già aderito 15 scuole – con la previsione di ulteriori 35 a gennaio 2024 – assieme a 20 centri specialistici e diverse sigle dell’associazionismo.
Il 40% dei pazienti in cura per cancro vive sintomi di ansia e stress. Sette su dieci hanno un tono emotivo che non rientra nella norma. Con un disagio clinicamente significativo e ripercussioni sull’esito delle cure. Inoltre, meno del 50% dei malati oncologici svolge regolarmente attività fisica, indispensabile a contrastare i sintomi ansioso-depressivi.
Parte proprio da quest’ultima valutazione – purtroppo negativa – il percorso voluto e firmato da Dance For Oncology (D4O) il cui valore aggiunto è stato subito “sposato” e sottoscritto da 15 scuole di ballo italiane attive in Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia.
«Il cancro rappresenta un’esperienza difficile da affrontare» sottolinea Carolyn Smith. «Uomini e donne, d’ogni fascia d’età, hanno bisogno di aiuti concreti oltre che di un’assistenza medica adeguata. Il ballo può sembrare un’attività frivola e senza connessione con la malattia. In realtà può portare a molti benefici. Può garantire il buonumore, perché permette di divertirsi così da ritrovare entusiasmo e spensieratezza. Migliora la forma fisica grazie a un’attività coinvolgente che può essere svolta a bassa intensità. Infine aiuta a conoscere nuovi amici con cui confrontarsi e condividere la stessa esperienza di malattia. Io dal 2015 sto combattendo la mia battaglia».
«È dimostrato da numerose ricerche quanto l’attività fisica possa essere importante all’interno del percorso di cura del paziente oncologico» spiega Adriana Bonifacino, presidente della Fondazione IncontraDonna, responsabile scientifico di D4O. «Rientra nella prevenzione terziaria del cancro e quindi nell’evitare recidive dopo una prima diagnosi, nel controllare i sintomi della neoplasia e nel contrastare le possibili complicazioni causate dalle cure. Lo scorso luglio abbiamo formato più di 50 insegnanti di ballo provenienti da tutta Italia».
«Come AIOM siamo felici di patrocinare e condividere il progetto» commenta Saverio Cinieri, presidente nazionale. «In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le persone che attualmente vivono con una diagnosi di malattia oncologia. Inoltre, per alcune neoplasie possiamo parlare di guarigione e per altre di cronicizzazione. Avere l’opportunità di frequentare corsi di ballo consigliati dal medico curante rappresenta un modo nuovo di promuovere la prevenzione terziaria».
«Il ballo è un alleato del benessere anche per la terza età» conclude Roberto Messina, presidente senior Italia FederAnziani. «Più generale e con i giusti accorgimenti può essere praticato da persone fragili come, ad esempio, i pazienti oncologici che nella metà dei casi sono over 70». Dance for Oncology ha sede a Roma.
Marco Valeriani