ROHINGYA. Il Gambia accusa di genocidio il Myanmar davanti al tribunale dell’Aia

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Il Gambia ha detto di aver presentato l’11 novembre alla Corte Internazionale di Giustizia il caso che accusa il Myanmar di aver commesso un genocidio contro la sua minoranza musulmana Rohingya. Più di 730.000 musulmani Rohingya sono fuggiti nel vicino Bangladesh da una repressione del 2017 da parte dell’esercito del Myanmar, che secondo gli investigatori delle Nazioni Unite è stata condotta con “intento genocida”. La maggioranza buddista del Myanmar nega le accuse di genocidio.

Reuters riporta che il Gambia ha intentato causa dopo aver ottenuto il sostegno dell’Organizzazione per la cooperazione islamica; solo uno Stato può intentare una causa contro un altro Stato presso la Corte. «L’obiettivo è far sì che il Myanmar renda conto della sua azione contro il proprio popolo: i rohingya», ha dichiarato il ministro della Giustizia Abubacarr Tambadou all’Aia, dove ha sede il tribunale delle Nazioni Unite.

«È una vergogna per la nostra generazione non fare nulla mentre il genocidio si svolge proprio sotto i nostri occhi». Sia il Gambia che il Myanmar sono firmatari della Convenzione sul genocidio del 1948, che non solo proibisce agli Stati di commettere genocidio, ma costringe anche tutti gli Stati firmatari a prevenire e punire il crimine di genocidio.

Anche se la Cig non ha i mezzi per far rispettare nessuna delle sue sentenze, andare contro le decisioni del tribunale potrebbe danneggiare ulteriormente la reputazione internazionale del Myanmar.

Spiegando il motivo per cui il Gambia aveva preso l’iniziativa, Tambadou ha detto che la visita ai rifugiati Rohingya a Cox’s Bazar in Bangladesh gli aveva ricordato il suo lavoro come procuratore del tribunale istituito per provare i responsabili del genocidio del 1994 in Ruanda: «Ho pensato che questo non fosse giusto e il mondo non può stare a guardare che questo accada di nuovo», ha detto, aggiungendo che l’Oic aveva chiesto al Gambia di esaminare come portare il Myanmar di fronte alla giustizia.

Nel suo deposito di 46 pagine alla CIG, il Gambia dice che le azioni del Myanmar erano «di carattere genocida» e includevano l’uccisione, causando gravi danni fisici e mentali e imponendo misure per prevenire le nascite.

Anna Lotti