
Il mese scorso, il Pakistan ha introdotto il Gilgit-Baltistan Order 2018 ultime legge della serie pensata per governare che confina con Cina, Afghanistan e India. Il Gilgit-Baltistan è trattato dal Pakistan come un’entità geografica separata e non rientra nella politica del paese. Il pretendente governo pakistano aveva affermato che l’ultimo provvedimento era solo “un miglioramento” del Gilgit-Baltistan Empowerment and Self-Governance Order del 2009, riporta Asia Times.
Nove anni fa, questo provvedimento ha dato alla regione la sua prima assemblea legislativa; ha conferito al Gilgit-Baltistan uno status di provincia di fatto, senza farne menzione costituzionalmente, né concedere ai suoi abitanti i diritti di cui gode un cittadino pakistano medio. La popolazione locale vede, nell’ultimo rifiuto del governo di integrare il Gilgit-Baltistan e di metterlo sotto la giurisdizione della costituzione, come una continua negazione dei diritti umani fondamentali. Questa continua negazione dei diritti sta unendo la società frammentata dell’area.
La gente del posto chiede il riconoscimento fin dalla divisione del subcontinente, quando il Pakistan ha annesso l’area, allora parte dello stato del Jammu & Kashmir, che è rivendicato nella sua interezza sia dall’India che dal Pakistan. L’accordo di Karachi, del 1949, tra il governo del Pakistan e l’Azad Kashmir, sotto amministrazione pakistana, ha accertato il controllo di quest’ultima senza alcuna rappresentanza locale.
Così, nonostante l’Ordine di Governance del 2009 sia stato accettato, vista l’introduzione di una rappresentanza, il mese scorso il nuovo Ordine è stato accolto con proteste e manifestazioni di condanna per la mossa “autoritaria” del governo centrale. Il partito di opposizione, l’Awami Action Committee, Aac, alleanza di gruppi politici, ha organizzato proteste dopo l’introduzione del provvedimento: molto grande quella del 26 maggio, un giorno prima della visita del primo ministro Shahid Khaqan Abbasi all’Assemblea locale per illustrare il pacchetto di riforme. Il decreto del 2018 stabilisce che «l’autorità esecutiva del governo sarà soggetta e limitata dall’autorità esecutiva espressamente conferita dal presente decreto o dalla legge del primo ministro» e che «qualsiasi legge che il primo ministro sia competente ad emanare, prevarrà la legge del primo ministro, approvata prima o dopo l’atto dell’assemblea, e l’atto dell’assemblea sarà, nella misura dell’avversione, nullo».
Questo potere di veto ha spinto la gente del posto a scendere in piazza, la polizia è intervenuta con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per reprimere le proteste. Il giorno successivo, i membri dell’Assemblea hanno strappato copie dell’ordine durante il discorso di Abbasi all’Assemblea legislativa locale.
Lo status contestato dell’area è di interesse per Pechino, con il suo Cpec, che attraversa la regione. Nel 2015, sotto la pressione cinese, è stata costituita una commissione costituzionale composta da nove membri, incaricata potenzialmente di discutere la fusione della regione e farla diventare la quinta provincia del Pakistan.
Antonio Albanese