LIBERTÀ DI STAMPA. Allarme UNESCO sul giornalismo ambientale

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“Il mondo sta attraversando un’emergenza ambientale senza precedenti che rappresenta una minaccia esistenziale per questa e le generazioni future. I media locali, nazionali e globali possono evidenziare storie sulla crisi climatica, sulla perdita di biodiversità e sull’ingiustizia ambientale.

Attraverso il loro lavoro, le persone arrivano a comprendere la difficile situazione del nostro pianeta e sono mobilitate e autorizzate ad agire per il cambiamento. Anche gli operatori dei media documentano il degrado ambientale. E forniscono prove di vandalismo ambientale che aiutano a chiederne conto ai responsabili. Non sorprende che alcune persone, aziende e istituzioni potenti non si fermeranno davanti a nulla pur di impedire ai giornalisti ambientali di svolgere il proprio lavoro.

La libertà dei media è sotto assedio. E il giornalismo ambientale è una professione sempre più pericolosa. Negli ultimi decenni sono stati uccisi dozzine di giornalisti che si occupavano di estrazione mineraria illegale, disboscamento, bracconaggio e altre questioni ambientali, afferma Antonio Guterres ripreso da MercoPress. Nella stragrande maggioranza dei casi nessuno è stato chiamato a risponderne.

L’UNESCO riferisce che negli ultimi quindici anni ci sono stati circa 750 attacchi contro giornalisti e organi di stampa che si occupavano di questioni ambientali. E la frequenza di tali attacchi è in aumento. I procedimenti legali vengono anche utilizzati in modo improprio per censurare, mettere a tacere, detenere e molestare i giornalisti ambientalisti, mentre una nuova era di disinformazione climatica si concentra sull’indebolimento di soluzioni comprovate, compresa l’energia rinnovabile.

Ma i giornalisti ambientali non sono gli unici a rischio. In tutto il mondo, gli operatori dei media stanno rischiando la vita cercando di portarci notizie su tutto, dalla guerra alla democrazia”.

“Sono scioccato e inorridito dall’elevato numero di giornalisti uccisi nelle operazioni militari israeliane a Gaza.

Le Nazioni Unite riconoscono il prezioso lavoro svolto dai giornalisti e dai professionisti dei media per garantire che il pubblico sia informato e coinvolto.

Senza fatti, non possiamo combattere la cattiva informazione e la disinformazione. Senza responsabilità, non avremo politiche forti in atto.

Senza libertà di stampa non avremo alcuna libertà.

La libertà di stampa non è una scelta, ma una necessità”.

Il Segretario Generale Onu poi prosegue: “La nostra Giornata mondiale della libertà di stampa è molto importante. Pertanto, invito i governi, il settore privato e la società civile a unirsi a noi nel riaffermare il nostro impegno a salvaguardare la libertà di stampa e i diritti dei giornalisti e dei professionisti dei media in tutto il mondo”.

La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, su raccomandazione della Conferenza generale dell’UNESCO. Da allora, il 3 maggio, anniversario della Dichiarazione di Windhoek, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della libertà di stampa.

Dopo 30 anni, il legame storico tra la libertà di ricercare, diffondere e ricevere informazioni e il bene pubblico rimane attuale come lo era al momento della sua firma. Sono previste commemorazioni speciali del 30° anniversario durante la conferenza internazionale sulla Giornata mondiale della libertà di stampa.

Il 3 maggio ricorda ai governi la necessità di rispettare il loro impegno a favore della libertà di stampa. È anche una giornata di riflessione tra i professionisti dei media sui temi della libertà di stampa e dell’etica professionale. È un’opportunità per:

• celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa;

• valutare lo stato della libertà di stampa nel mondo;

• difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza;

• e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita durante il loro dovere.

Nel contesto di una tripla crisi planetaria mondiale – cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento atmosferico – le campagne di disinformazione/disinformazione mettono alla prova la conoscenza e i metodi di ricerca scientifica. Gli attacchi alla validità della scienza rappresentano una seria minaccia al dibattito pubblico pluralistico e informato. In effetti, informazioni fuorvianti e false sui cambiamenti climatici possono, in alcuni casi, minare gli sforzi internazionali per affrontarli.

La disinformazione sulle questioni ambientali può portare a una mancanza di sostegno pubblico e politico all’azione per il clima, a politiche efficaci e alla protezione delle comunità vulnerabili colpite dai cambiamenti climatici, così come delle donne e delle ragazze, poiché il cambiamento climatico tende ad esacerbare le esistenti disuguaglianze.

Per raggiungere uno sviluppo sostenibile, è necessario che i giornalisti riferiscano in modo accurato, tempestivo e completo sulle questioni ambientali e sulle loro conseguenze, nonché sulle possibili soluzioni.

Ciò richiede una strategia globale che includa:

• Prevenire e tutelare dai reati commessi contro i giornalisti.

• Garantire i diritti alla libertà di espressione, alla libertà di ricerca scientifica e all’accesso alle principali fonti di informazione, oltre a combattere la disinformazione attraverso il giornalismo.

• Promuovere la pluralità, la diversità e la vitalità dei media, in particolare quelli regionali, locali, indigeni e/o comunitari.

• Garantire la governance della piattaforma digitale.

Maddalena Ingroia

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