#ISRAELHAMASWAR. Oggi si decide sul cessate il fuoco. Israele non smette di bombardare Beirut. Hezbollah risponde colpendo quartieri nei dintorni di Tel Aviv 

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Il senatore statunitense Lindsey Graham ha minacciato di sanzioni Europa e Canada a causa del mandato d’arresto della CPI nei confronti di Benjamin Netanyahu. ”Qualsiasi alleato degli Stati Uniti – Canada, Regno Unito, Germania, Francia – se tenta di aiutare la Corte penale internazionale, gli imporremo delle sanzioni”, ha detto Graham a Fox News.

Il 24 novembre4 milioni di Israeliani sono ricorsi ai rifugi per gli attacchi di Hezbollah a Tel Aviv i media israeliani hanno parlato del lancio di 200 missili e razzi a scuole chiuse il 25 novembre, In risposta Israele ha bombardato per l’ennesima volta Beirut e periferia, città che è stata bombardata il 22, 23, 24 r 25 novembre. 

E mentre è circolata la notizia che Israele sarebbe pronto a siglare gli accordi di un cessate il fuoco con il Libano, con alcune raccomandazioni, in Israele la stampa afferma che “Israele si sta preparando ad espandere le sue operazioni in Libano dopo gli intensi attacchi missilistici lanciati da Hezbollah nelle parti settentrionali e centrali del paese del 24 novembre”.

Nel frattempo i media israeliani riferiscono che Amos Hochstein, consigliere e inviato speciale del presidente degli Stati Uniti in Libano, ha recentemente informato sia la parte libanese che quella israeliana che hanno poco tempo per raggiungere un accordo di cessate il fuoco. Se questa volta non dovessero accettare, cesserà i suoi sforzi di mediazione. Questa pressione è rivolta principalmente a Netanyahu, poiché il governo libanese è più pronto di Israele a implementare un cessate il fuoco.

Secondo Axios con riferimento a un rappresentante statunitense: “Il governo israeliano dovrebbe approvare l’accordo oggi, martedì.” “Hezbollah sposterà le sue armi pesanti a nord del fiume Litani in conformità con l’accordo di cessate il fuoco.” “L’accordo di cessate il fuoco in Libano prevede la creazione di un comitato guidato da Washington per monitorarne l’attuazione.” Comitato che era stato già rifiutato da Hezbollah. 

In una nota del 21 novembre sera Hamas faceva sapere: ”La nazione palestinese non si arrenderà al genocidio israeliano”. Khalil al-Hayya, il vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas ha affermato che “la nazione palestinese non ha paura del brutale genocidio di Israele a Gaza e non si arrenderà a tale crimine da parte di Israele”. E il 25 novembre il portavoce di Hamas ha dichiarato:” il prossimo vero test riguarda gli sforzi internazionali per arrestare i leader israeliani”. 

Secondo il presidente del parlamento iraniano Mohammad Baqer Qalibaf le prossime settimane saranno “cruciali sia per gli sforzi di resistenza che per le iniziative diplomatiche nel contesto dell’aggressione Israele in corso a Gaza e in Libano”. E ancora Ali Akbar Velayati, consigliere senior della Guida Suprema della Rivoluzione Islamica per gli affari internazionali, afferma che il panorama politico globale è sull’orlo di un cambiamento significativo che vedrà le potenze occidentali perdere la loro influenza in tutto il mondo. Il comandante in capo dell’esercito iraniano. Ha detto ancora: “l’Iran sta preparando una risposta al recente attacco di Israele.”

Il generale Abdolrahim Mousavi, comandante in capo dell’esercito iraniano, ha affermato che il sostegno dell’Iran al Fronte di resistenza e al popolo palestinese persisterà “fino allo sradicamento completo del regime israeliano, affermando che le prove suggeriscono che questo regime non vedrà i prossimi 25 anni”.

Un gruppo di hacker noto come Hanzala, in una dichiarazione, ha annunciato di essersi infiltrato con successo in una società legata all’esercito israeliano e di aver ottenuto informazioni riservate di Israele e annuncia di rivelarle presto.

In un discorso della guida suprema dell’Iran, Ayatollah Khamenei, che si è tenuto ieri, alle forze Basij ha detto: “il regime sionista ha commesso crimini di guerra a Gaza. Emettere un mandato di arresto non è sufficiente. Ci devono essere condanne a morte per Netanyahu e i leader criminali del regime”. “Tutte le autorità israeliane devono essere perseguite”.

Nella giornata del 24 novembre, si registra un attacco armato all’ambasciata di Israele in Giordania. Secondo Al Jazeera, diversi droni volavano intorno all’ambasciata situata a ovest di Amman. L’attentatore armato si è avvicinato all’ambasciata è ha aperto il fuoco vicino all’ambasciata Israeliana in Giordania, prima di essere ucciso a colpi di arma da fuoco dalla polizia.

Oggi è prevista una sessione speciale del parlamento iracheno sul tema “Minacce da parte di Israele e possibilità di un suo attacco in Iraq”.

Infine video mostrano l’IDF che ha iniziato a smantellare le installazioni di Hezbollah nei villaggi situati sul fronte secondario, in modo particolare distrutti edifici storici a Chama. Il capo di stato maggiore della Golani si dimette dopo che Hezbollah uccide uno dei suoi aiutanti nel forte di Chama. Il comandante della brigata Golani, il colonnello Yoav Yarom, ha chiesto di terminare i suoi incarichi in seguito all’incidente in cui sono stati uccisi Zev Javo Erlich e il sergente Gur Kahti. Yarom ha deciso di assumersi la piena responsabilità dell’incidente e di porre fine all’incarico prima ancora della fine delle indagini sulla questione.

Ed ora uno sguardo alla linea del fronte aggiornata alle ore 17:00 del 25 novembre.

Il 24 novembre aerei da guerra israeliani hanno preso di di mira il valico di frontiera Giosia nella regione di Qusayr, al confine tra Libano e Siria. Mentre le autorità siriane hanno aggiornato il numero delle vittime dell’attacco a Palmira: 60 i combattenti siriani uccisi nel raid di Israele. Nuove immagini satellitari indicano che l’esercito israeliano ha avviato un progetto di costruzione lungo la linea Alpha, che separa le alture del Golan dalla Siria. Secondo fonti siriane le IDF avrebbero rapito anche due “pastori”, azioni che comunque indicano una significativa intensificazione delle attività militari israeliane nella regione delle alture del Golan e nelle aree di confine rispetto al passato.

L’IDF ha continuato ad attaccare Beirut negli ultimi quattro giorni. In modo particolare il quartiere Daahiya. A seguito dei quali si sono registrate interruzioni di corrente. Attacchi aerei, registrati anche contro l’area di Basta nella capitale libanese, secondo i media libanesi sono stati usati 6 missili che si trova nel cuore di Beirut. Presa di mira un’area residenziale.

Nuovi attacchi israeliani nella zona di Ghazieh vicino a Sidone.

A Khiam, metà della città è ora sotto il controllo israeliano e continuano intensi scontri nella parte settentrionale. Inoltre, le forze israeliane si stanno muovendo verso Qlayaa dal villaggio di Deir Mimas. A Naqoura, la battaglia persiste nell’area di Bayyadah, senza cambiamenti nella mappa militare. Un attacco israeliano al checkpoint di Al-Amariyyah gestito dall’esercito libanese sulla strada Naqoura-Tyre ha ucciso un soldato dell’esercito libanese e ne ha feriti più di 10.

Il 24 novembre colpita da Hezbollah pesantemente l’area Petah Tikva, a est di Tel Aviv. Secondo quanto riportato, circa 250 razzi sono stati lanciati dal Libano, causando danni e feriti significativi nel nord e nel centro di Israele, tra cui Petah Tikva. Gli attacchi – secondo Hezbollah – sono avvenuti in risposta a un attacco aereo israeliano a Beirut che ha ucciso almeno 29 persone.

La Resistenza islamica in Iraq afferma di aver condotto nuove operazioni anti-israeliane, prendendo di mira le posizioni militari in Israele colpito Ma’alot-Tarshiha.

Le forze di difesa israeliane hanno diffuso il filmato di un cecchino di Hamas colpito a Jabaliya, nel nord di Gaza, durante un’operazione in corso nella zona. L’esercito dice che il cecchino è stato avvistato dai soldati della brigata Givati ​​che hanno ordinato un attacco aereo.

L’esercito israeliano ha chiesto l’evacuazione dei blocchi 731, 732, 733, 634 a Shuja’iya. L’esercito israeliano afferma che negli ultimi giorni, gruppi di resistenza palestinesi hanno lanciato diversi razzi da queste aree verso gli insediamenti intorno alla Striscia di Gaza.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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