
L’Iran spenderà per la sua Guardia Rivoluzionaria, l’anno prossimo, più del doppio dell’importo stanziato nel 2021, secondo la legge di bilancio presentata dal presidente Ebrahim Raisi al parlamento il 12 dicembre scorso.
Secondo la legislazione per l’anno fiscale 2022, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche riceverà 930 trilioni di rial, pari a 22 miliardi di dollari, riporta Defense News. L’anno scorso, la forza ha ricevuto un budget di 403 trilioni di rial. L’esercito, che l’anno scorso ha ricevuto 212,79 trilioni di rial, riceverà circa 339,68 trilioni di rial, pari a 7,99 miliardi di dollari, per il 2022. Va ricordato che l’anno fiscale dell’Iran inizia il 21 marzo 2022.
L’obiettivo strategico minimo di Teheran – al di là della sopravvivenza politica – è quello di garantire che l’architettura di sicurezza della regione garantisca i suoi interessi nazionali: «L’Irgc, attraverso l’uso di milizie, droni, guerra navale non convenzionale e missili, fornisce a Teheran la capacità di infliggere costi ai suoi vicini per garantire questa capacità deterrente, come si è visto, tra gli altri, con gli attacchi all’impianto saudita di lavorazione del petrolio Abqaiq, al porto petrolifero Fujairah degli Emirati Arabi Uniti».
La miscela di tattiche non convenzionali e guerra ibrida della Guardia Rivoluzionaria ha ampliato la sfera d’influenza dell’Iran alle coste del Mediterraneo e del Mar Rosso; dall’Iraq allo Yemen, la combinazione tattica ha reso l’Arabia Saudita vulnerabile sui suoi confini terrestri settentrionali e meridionali; un simile aumento del budget potrebbe spostare gli equilibri geopolitici dell’area a favore di Teheran.
Il disegno di legge del presidente iraniano ha anche stanziato 955 trilioni di rial per il ministero della Difesa; 46 trilioni di rial al comando congiunto delle forze militari, che essenzialmente rivede le strategie e le responsabilità militari, e 7,7 trilioni di rial alla base di difesa aerea di Khatam al-Anbia.
Un simile aumento del budget mira a ricostituire l’esperienza e il materiale degradato dalle recenti “guerre per procura”, in modo che i pasdaran possano mantenere il loro vantaggio per qualsiasi attacco esterno o disturbo interno portato dal fallimento dei negoziati sul nucleare, così come eventuali altre presenze nei teatri operativi regionali.
La Guardia Rivoluzionaria, che costituisce circa il 10% delle forze armate complessive dell’Iran, è indipendente dall’esercito regolare iraniano e ha il compito di salvaguardare la Repubblica islamica. In questo contesto, la Guardia è considerata la forza militare principale dell’Iran quando si tratta di proteggere il governo, anche in caso di disordini interni.
Le capacità di ricerca e sviluppo balistico relativamente avanzate della Guardia sono derivate dalla tecnologia cinese e russa; uno studio dello scorso aprile dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, Sipri, ha rilevato che le spese militari dell’Iran sono diminuite del 3% nel 2020, a 15,8 miliardi di dollari. Il rapporto ha detto che la diminuzione fa parte di una tendenza al ribasso iniziata nel 2018, quando gli Stati Uniti hanno ripristinato le sanzioni economiche sulle attività nucleari dell’Iran. La spesa militare dell’Iran è scesa del 20% tra il 2018 e il 2020.
Antonio Albanese