INFLAZIONE. La BCE ostenta sicurezza, ma i prezzi aumentano

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Lo spettro dell’inflazione torna a manifestarsi in Europa.

È stato registrato infatti un nuovo record per l’inflazione in Germania che, a ottobre, ha toccato il 4,5% rispetto, raggiungendo un picco mai toccato negli ultimi 28 anni

Questo è quanto segnala l’istituto di statistica federale di Wiesbaden; un dato del genere era stato registrato l’ultima volta nell’ottobre del 1993.

Tale crescita è trainata dall’aumento dei costi energetici del 18,6% in un anno.

In Germania tale risultato ha messo in allarme gli analisti economici; rimane infatti nel Paese vivo il ricordo dei periodi di iperinflazione che hanno segnato la vita, nel primo dopoguerra, di quella che è passata alla storia come la Repubblica di Weimar.

Tuttavia, questi dati non sembrano preoccupare la Bce che, a dispetto delle continue accelerazioni inflazionistiche, ha mantenuto lo status quo fortemente espansivo della politica monetaria per l’area euro. L’istituzione ha infatti confermato a 1.850 miliardi di euro la dotazione del piano di acquisti anticrisi Covid mantenendone la scadenza «almeno sino alla fine di marzo 2022» e «finché non riterrà conclusa la fase critica legata al Coronavirus».

La presidente della Bce, Christine Lagarde al termine del consiglio direttivo ha tuttavia dichiarato che l’economia dell’area euro continua a crescere con forza anche se le strozzature all’offerta sui mercati globali rappresentano un fattore di rallentamento: in ogni caso l’inflazione, attesa in ulteriore rialzo nei prossimi mesi, nelle attese della Bce scenderà nel corso del 2022. Lagarde ha inoltre specificato: «Nell’Eurozona l’inflazione ha toccato il 3,2% a settembre e ci aspettiamo un aumento ulteriore quest’anno, ma prevediamo un calo nel corso del 2022».

La Lagarde ha accennato anche alcune previsioni sui tassi di interesse, le condizioni per un rialzo dei quali non sembrano esserci “nel prossimo futuro”.

Salvatore Nicoletta