Il governo turco in Cina: un primo bilancio della visita

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Passi avanti nella cooperazione nucleare tra Cina e Turchia: il 9 aprile, a Pechino sono stati sottoscritti due accordi, di cui si è data comunicazione ufficiale nel corso di una cerimonia, alla presenza del primo ministro della Repubblica popolare e l’ospite d’onore, il capo dell’esecutivo di Ankara Recep Tayyip Erdoğan, che si trova in Cina dallo scorso fine settimana, accompagnato dal suo vice Bekır Bozdağ, dai ministri degli Esteri (Ahmet Davutoğlu), dell’Energia e le Risorse naturali (Taner Yıldız), dell’Economia (Zafer Çağlayan) e dei Trasporti (Binali Yıldırım), da vari alti funzionari di partito (AKP) e dall’amministratore delegato della Turkish Airlines.

Circa i  due documenti non molto è stato comunicato alla stampa, se non alcuni dettagli del loro contenuto: in un caso si tratta di una lettera di intenti tra i ministeri dell’Energia di Cina e Turchia per incrementare la cooperazione nucleare. Il secondo è un accordo sull’uso pacifico dell’energia atomica.

Non sono stati tralasciati altri settori importanti: documenti sono stati sottoscritti per la cooperazione tra le rispettive emittenti nazionali e tra gruppi editoriali, per la mutua protezione degli investimenti e per l’apertura di un centro culturale turco in Cina e di uno cinese in Turchia.

Per quanto riguarda la scelta di chi tra Cina, Corea del Sud, Giappone e Russia  avrà l’onore di costruire in Turchia la seconda centrale nucleare, il governo di Ankara non si è ancora sbilanciato, la decisione sarà comunicata entro due mesi. Determinante sarà il giudizio del governo turco circa l’esito di questa visita in Cina, di cui la prima tappa è stata ad Urumqi, capitale della regione autonoma del Xinjiang (la popolazione originaria e fino a qualche tempo fa maggioritaria è musulmana e turcofona). 

Spesso in Tuchia si sente chiamare quella stessa regione “Türkistan orientale”, che in passato ebbe una propria storia come entità statale più o meno autonoma. Oppure intendendo quella parte della Cina come l’ala estrema ad Est di un’area che inizia dall’Anatolia e comprende gran parte dell’Asia Centrale. In Turchia non di rado si svolgono manifestazioni, o comunque si affronta la questione, per sostenere i diritti delle popolazioni autoctone della regione, tra cui uighuri, kirghizi e mongoli.