
La recente pubblicazione della Kill Chain statunitense dalle colonne della rivista cinese Defense Industry Conversion in China, evidenzia la strategia dell’Esercito Popolare di Liberazione per interrompere il sistema Cooperative Engagement Capability (CEC) della Marina degli Stati Uniti, componente fondamentale della rete di difesa aerea e di allerta precoce della flotta.
Nel rapporto viene delineata la dipendenza del CEC dai collegamenti di comunicazione wireless, suo tallone d’Achille alle interferenze elettroniche. Altri obiettivi indicati includono il radar AN/SPY-1 sulle navi Aegis e l’aereo di allerta precoce E-2C Hawkeye, riporta AT.
L’Esercito cinese mira a sfruttare queste debolezze per accedere alla rete militare statunitense e interrompere le operazioni: gli Stati Uniti hanno risposto con sanzioni alle imprese cinesi, accelerando inavvertitamente l’integrazione militare-civile della Cina.
Interferire con i collegamenti di comunicazione wireless e sfruttarli per accedere alle reti avversarie mostra la crescente convergenza tra guerra elettronica e cibernetica.
In un rapporto dell’agosto 2019, il Congressional Research Service (CRS) degli Stati Uniti menziona che la convergenza delle operazioni nel cyberspazio e della guerra elettronica riflette un cambiamento nella dottrina militare poiché entrambe le discipline mirano a dominare lo spettro elettromagnetico.
Sebbene il rapporto sottolinei che le operazioni nel cyberspazio e la guerra elettronica siano storicamente distinte, i progressi tecnologici ne hanno offuscato i confini, consentendo capacità interfunzionali. Sottolinea che mentre le operazioni nel cyberspazio impiegano tradizionalmente software per interrompere o controllare sistemi in rete, la guerra elettronica utilizza energia elettromagnetica per bloccare, intercettare o manipolare le comunicazioni.
Tuttavia, il rapporto afferma che le operazioni moderne vedono sempre più le operazioni nel cyberspazio e la guerra elettronica come un supporto reciproco, come la trasmissione di codice informatico tramite frequenze radio per compromettere le reti avversarie. Ad esempio, menziona che l’aereo statunitense EC-130H Compass Call, inizialmente progettato per bloccare le comunicazioni nemiche, ora trasmette codice dannoso a dispositivi wireless.
Questo approccio multi-dominio per attaccare le reti sottolinea lo sviluppo di “kill chain” di operazioni multi-dominio (MDO), il processo di rilevamento, identificazione e coinvolgimento di obiettivi militari. Tali catene potrebbero annunciare una nuova corsa agli armamenti tra Stati Uniti e Cina.
Gli Stati Uniti e la Cina stanno gareggiando per padroneggiare tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica e i sensori avanzati in grado di accelerare e automatizzare la kill chain. Questa corsa agli armamenti non riguarda solo le armi, ma anche il controllo del flusso di informazioni, trasformando l’intento umano in azione sul campo di battaglia con una velocità senza precedenti.
Il DoD Usa ha raggiunto un traguardo significativo con la prontezza iniziale del sistema Combined Joint All-Domain Command and Control (CJADC2), volto a migliorare l’interoperabilità militare e l’integrazione dell’IA in tutti i domini di guerra. Il sistema collega i sensori di tutte le branche delle forze armate in una rete unificata, consentendo un processo decisionale più rapido e accurato.
Anche la Cina ha sviluppato il suo concetto di Multi-Domain Precision Warfare (MDPW) che integra tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica e i big data nella sua strategia militare per identificare e sfruttare le vulnerabilità nei sistemi operativi statunitensi. La strategia della Cina sfrutta una rete C4ISR completa per coordinare attacchi precisi in vari domini, tra cui cyber e spazio, per interrompere e smantellare l’infrastruttura di comando e controllo dell’esercito statunitense, ottenendo così un vantaggio strategico.
Resta da vedere quanto efficace possa essere una simile concezione oppure no; dato che le recenti esperienze belliche sono tronaste a basarsi su fanteria e controllo dell’aria al fronte. La classica vecchia guerra di posizione.
Antonio Albanese
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