#ISRAELHAMASWAR. Lo Yemen attacca Tel Aviv. Israele continua a a distruggere infrastrutture militari in Siria. Iniziati i primi arresti

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Le forze dell’autorità in Cisgiordania stanno lavorando secondo un piano preparato durante l’ultimo mandato di Donald Trump prima di lasciare la Casa Bianca. Il piano prevede lo scioglimento di tutte le fazioni palestinesi che operano in Cisgiordania, comprese Hamas e il Jihad islamico, qualunque sia il costo.

Il piano prevedeva la creazione di posti di blocco congiunti tra Israele e l’Autorità in diverse aree appartenenti all’Autorità Palestinese. L’operazione militare lanciata dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese a Jenin è decisiva per il futuro dell’Autorità e rappresenta un messaggio al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.

Il Ministro dell’Energia israeliano: “Non ci sarà stabilità in Medio Oriente finché non rovesceremo il regime di Teheran”. Il presidente iraniano Pezeshkiyan ha incontrato al Cairo il presidente egiziano El-Sisi e il presidente turco Erdogan. Con loro anche Abu Mazen durante gli incontri si è parlato dei negoziati per la liberazione dei prigionieri e dei rapiti. Al Cairo anche il primo Ministro libanese Mikati, invitato dal presidente Abdel Fattah el-Sisi, per partecipare al Summit dell’Organizzazione per la cooperazione economica Developing Eight (D-8). Al Cairo primo contatto tra il presidente iraniano Pezeshkian e il presidente turco Erdogan dopo il crollo del regime di Assad.

Il rappresentante di Hamas in Libano, Ahmed Abdel Hadi: “Non molto tempo fa, Israele ha rifiutato di discutere un accordo in tre fasi che includeva un cessate il fuoco permanente, un ritiro completo e il ritorno degli sfollati. Ma oggi, grazie alla fermezza del nostro popolo a Gaza e al loro confronto su tutti i piani insieme alla resistenza e sotto la pressione americana, Israele sta ora discutendo l’accordo nelle sue tre fasi, che include le nostre condizioni a cui non abbiamo rinunciato in dal primo giorno e abbiamo dimostrato flessibilità nel meccanismo di attuazione”.

Il 19 dicembre Hadi durante un discorso tenuto a Beirut ha detto: “I negoziati per il cessate il fuoco a Gaza sono positivi”.

Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna gli attacchi americani in Yemen e ha invitato i popoli delle “nazioni libere e le forze della resistenza a unirsi e a stare insieme contro questa continua aggressione ai nostri popoli”, ribadendo che il “nemico israeliano è un cancro che minaccia l’intera nazione” e può essere affrontato solo attraverso la fermezza e la resistenza.

La Commissione Europea ha riferito di essere pronta a rivedere le sanzioni su alcuni settori per facilitare la ricostruzione della Siria. Nella giornata del 19 dicembre, da Ginevra l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, Kaja Kallas, ha detto: “Il primo incontro con il nuovo governo siriano è stato a livello di ambasciatori ed è stato fruttuoso”. Ha poi detto: “La Siria deve essere unita e un governo ampio deve essere formato entro 3 mesi”. 

Ali Fadavi, vice comandante dell’IRGC è tornato sul possibile attacco a Israele: “La terza operazione dell’Iran contro Israele sarà sicuramente effettuata al momento opportuno e nel quadro appropriato”. 

Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di dicembre ha parlato anche di Siria e Medio Oriente: “Abbiamo portato 4mila combattenti iraniani a Teheran dalla base Khmeimim. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo in Siria, non abbiamo permesso la creazione di un califfato islamico, non sono stati i terroristi a salire al potere lì”. “Le fazioni dell’opposizione siriana” non sono più terroristi, perché “i paesi occidentali comunicano” con loro. Se fossero stati terroristi, “loro [l’Occidente] non lo avrebbero fatto”. E ancora Putin ha detto che Aleppo è stata presa da 350 militanti e che 30mila soldati governativi e unità filo-iraniane si sono ritirati senza combattere.

Parlando delle basi militari in Siria ha detto: “La permanenza delle basi militari russe in Siria dipende dalla coincidenza di interessi con le nuove autorità della repubblica siriana. Attualmente Khmeimim e Tartus verranno ora utilizzati per fornire aiuti umanitari al popolo siriano”.

Secondo Putin il primo beneficiario degli eventi in Siria è “Israele”. Il leader dell’HTS Ahmed Al-Shara/Jawlani ha dichiarato: “Ci sono due opzioni per Hassaka e Raqqa: o il ritiro delle truppe o un’operazione militare”.

L’IDF ha compiuto attacchi ieri in Yemen, on line ci sono diversi video che mostrano gli attacchi agli impianti energetici di Sana’a. In risposta l’Asse della resistenza – Houthi hanno lanciato un missile contro Tel Aviv area Ramat Gan. Un consigliere del Ministero dell’Informazione nel governo Houthi ha dichiarato: “Prenderemo di mira gli impianti elettrici e petroliferi dell’occupazione israeliana e l’aggressione israeliana non passerà senza risposta”.

Ed ora uno sguardo alle linee del fronte aperte da Israele aggiornate alle ore 16:00 del 19 dicembre.

Fonti locali siriane ad Al-Mayadeen: “L’esercito israeliano ha distrutto il quartier generale del secondo e terzo battaglione delle SAA, che sono tra le più grandi brigate dell’esercito siriano nel sud del paese”. Sempre da fonti siriane arriva la conferma che c’è stata la “Demolizione completa da parte di Israele dei siti militari siriani sulle pendici del monte Hermon e sugli altipiani di Quneitra e Daraa”. Militari israeliani hanno effettuato rastrellamento dei siti di Sharat al-Haramoun, Tel Ain Marwan, Tel al-Hamriya, Tel al-Hamra e Tel al-Kassarat, a nord di Quneitra. L’esercito israeliano ha confiscato apparecchiature di disturbo e di comunicazione in siti avanzati nei villaggi della striscia di disimpegno nella campagna di Quneitra e ha effettuato incursioni e arresti nella campagna settentrionale di Quneitra, sotto la supervisione di ufficiali che parlano arabo. 

Nel Libano meridionale si registra un’altra violazione del cessate il fuoco, i carri armati israeliani continuano ad assaltare la città di Bani Haiyyan, nel sud del paese, per il secondo giorno consecutivo. I bulldozer israeliani si stanno muovendo vicino all’entrata occidentale di Naqoura, di fronte al quartier generale dell’UNIFIL.

Nella giornata del 19 dicembre: le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dal villaggio di Bani Haiyyan, dirigendosi a est verso Markaba. Le forze israeliane hanno effettuato esplosioni a Naqoura e Bani Haiyyan, mentre veicoli blindati sono stati visti muoversi nell’area vicino a Bani Haiyyan.

Le forze UNIFIL hanno iniziato a ispezionare le valli lungo il fiume Litani, situate tra Deir Seryan, Aalman, Al Qusayr, Yohmor (Nabatieh) e Zawtar El Charqiyeh. L’unità francese sta conducendo pattugliamenti intensivi nei quartieri residenziali e nelle valli di Deir Seryan e Taybeh. Sette veicoli israeliani sono stati osservati muoversi lungo la strada Kfar Kila-Deir Mimas. Sei sono entrati nel centro di Deir Mimas, mentre il settimo si è diretto verso la foresta della città vicino al fiume Litani.

Secondo IDF: “L’IDF continua l’attività difensiva per rimuovere le minacce nel Libano meridionale. Le truppe della 300a Brigata di combattimento, sotto il comando della 146a Divisione, continuano le attività difensive per rimuovere le minacce nel Libano meridionale. Durante l’attività, le truppe hanno localizzato un deposito di armi contenente missili anticarro, un cannone d’artiglieria, esplosivi e lanciarazzi. Inoltre, hanno identificato posizioni di lancio dirette al territorio israeliano, insieme a una posizione di sosta utilizzata dall’organizzazione Hezbollah. Tutte le armi sono state confiscate e smantellate. Le truppe della brigata sono dispiegate nel Libano meridionale e lungo il confine per proteggere i cittadini di Israele in conformità con gli accordi tra Israele e Libano”.

Attività di difesa aerea su Gush Dan (Tel Aviv) nel mezzo di un attacco di droni al largo della costa, probabilmente lanciato dallo Yemen. Sirene antimissile nel Negev occidentale tra i lanci da Gaza

Secondo il Ministero per la Salute palestinese, 824 cittadini sono morti in Cisgiordania dal 7 ottobre. Aerei israeliani bombardano un veicolo nel campo di Tulkarm. Tariq Al-Doush, comandante delle Brigate Al-Aqsa Brigate dei Martiri, Battaglione Tulkarm, è un stato ucciso il 19 dicembre da raid israeliani.

L’esercito israeliano segnala attività di sabotaggio nella zona orientale di Nablus. Le IDF prendono d’assalto la città di Tulkarem dal suo asse occidentale. 

Le Brigate Al-Qassam hanno rivendicano un attacco all’arma bianca: “Pugnalati un ufficiale israeliano e 3 soldati dal punto zero, uccisi e sequestrate le loro armi personali nel campo di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza”. Sempre le al-Qassam prendono di mira il sito militare “Majin” con un Drone suicida “Zuwari”. 

Attacco di drone israeliano al campo di Al-Shati, a ovest di Gaza City, nella Striscia di Gaza settentrionale 10 morti. Secondo alMayadeen: 38 morti a seguito dei raid israeliano sulla Striscia di Gaza dall’alba del 19 maggio, 31 dei quali nella Striscia di Gaza settentrionale.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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