La violenza xenofoba è in aumento nella zona cilena di Iquique ed è specificamente rivolta ai migranti venezuelani. Iquique è dove la maggior parte dei migranti senza documenti arriva dalla Bolivia.
L’aggressione, riporta MercoPress, ha avuto luogo nei pressi dell’aeroporto quando circa 4.000 cileni stavano sollecitando le autorità a chiedere più misure di sicurezza dopo che diversi cittadini venezuelani avevano attaccato due agenti dei Carabineros, la polizia cilena, la settimana scorsa durante un raid alla spiaggia Cavancha.
Durante la marcia di domenica, ironicamente soprannominata “No More Violence”, i venezuelani sono stati invitati a lasciare il paese: “Fuori i criminali!”, “Fuori quella sporcizia!” e “Lasciateli andare!” da gruppi che sventolavano bandiere cilene e striscioni neri.
Un profugo venezuelano è stato picchiato dai manifestanti il 30 gennaio e ha dovuto essere protetto dalla polizia. «Negli ultimi tempi abbiamo visto come è cambiata la nostra città. Siamo sempre stati con gli stranieri, peruviani e boliviani, ma questo è andato oltre ogni limite e c’è una terribile criminalità», dicevano i manifestanti intervistati dall’agenzi spagnola Efe.
Alla fine della manifestazione, un gruppo di manifestanti ha attaccato l’accampamento che era già stato sgomberato dopo che gli agenti del Comune hanno tirato giù le tende su richiesta del proprietario dell’immobile. Lo sgombero è stato simultaneo alla protesta, secondo quanto riportano le agenzie.
Secondo la procura regionale cilena, nel 2021 gli omicidi a Iquique sono aumentati del 183%, il traffico di droga del 42%, il contrabbando di migranti del 501% e le rapine con violenza e intimidazione del 18%.
Iquique è già stata teatro di proteste contro gli immigrati. Il 25 settembre, circa 3.000 persone hanno marciato per la città e hanno dato fuoco agli accampamenti di migranti mentre cantavano slogan xenofobi.
La gente del posto sta pianificando uno sciopero su larga scala, che colpirebbe anche il porto della città e che sarebbe appoggiato dai camionisti che hanno anche minacciato di bloccare le strade per entrare o uscire da Iquique.
Maddalena Ingrao