GERMANIA. Erdogan, Emiro di Berlino

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L’apertura della moschea di Colonia ha dimostrato quanto Erdogan fosse il padrone di casa, sia come capo dell’associazione che gestisce la moschea, sia come padrone di casa nell’inaugurazione, ha gestito la cerimonia come se si svolgesse in una zona extraterritoriale. La politica tedesca è stata volutamente esclusa, così come la popolazione tedesca. 

Mentre i suoi seguaci inneggiavano cori “islamisti”, riporta Die Welt, Erdogan ha denunciato il razzismo di cui erano vittime i fedeli islamici nel cortile della moschea. Gli astanti sventolavano bandiere turche e anche ottomane e molti davanti alle telecamere hanno detto di avere sì un passaporto tedesco, ma di avere «sangue turco»; Erdogan, nel suo discorso ha chiesto, nel suo discorso di 40 minuti, ai turchi di integrarsi nel paese per avere successo, toccando le corde dell’appartenenza e della cultura turca e tedesca. 

La presenza turca in Germania è elevata e diffusa, tanto che il 3 ottobre, la comunità turca in Germania assieme ad altre associazioni di migranti ha firmato la petizione per la celebrazione, proprio il 3 ottobre, della Giornata della Diversità Tedesca, da tenersi proprio in occasione della contemporanea Giornata dell’Unità tedesca. 

La Giornata della Diversità tedesca dovrebbe tenersi in riconoscimento degli aspetti positivi dell’immigrazione in Germania. «È importante che la riunificazione venga celebrata simbolicamente ogni anno», si afferma nell’appello pubblicato dalle associazioni firmatarie il 3 ottobre insieme alle “Nuove organizzazioni tedesche”, una rete di associazioni che sostengono la partecipazione e contro il razzismo.

«Anche l’immigrazione all’interno della società, ha bisogno di un atto simbolico – come riconoscimento della diversità sociale in Germania. L’unità tedesca viene solitamente vista “da un punto di vista puramente “bianco” come la riunificazione dei tedeschi dell’est con i tedeschi dell’ovest, un unione solo “tedeschi tedeschi”», prosegue il documento.

Messi nell’ombra e spesso dimenticati, sono stati i non tedeschi che parlavano tedesco da entrambe le parti. L’unità tedesca per loro era in parte legata alle “esperienze razziste”; gran parte della popolazione della Germania dell’Est sperimentò l’alienazione e la stigmatizzazione negli anni successivi all’unificazione, ed erano tedeschi; gli altri ebbero sorte simile e non erano tedeschi. Per i firmatari l’unità rimane incompiuta se queste storie non vengono raccontate.

L’appello, oltre che dalla comunità turca in Germania, è stato firmato dal Consiglio federale per la migrazione e l’integrazione, dall’Iniziativa per la popolazione nera in Germania, dall’Associazione delle associazioni di aiuto tedesco-siriano e dalla comunità iraniana.

 Antonio Albanese