COREA DEL NORD. Lavoratori nordcoreani in Russia, nonostante il Coronavirus

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La Corea del Nord si sta preparando a ridistribuire i lavoratori in Russia per ristabilire una fonte di liquidità straniera di cui ha grande bisogno e che è stata sospesa a causa delle preoccupazioni per la crisi del coronavirus.

Stando a quanto riporta Rfa, a Vladivostok, le autorità nordcoreane stanno elaborando piani per il rimpatrio dei lavoratori, che sfiderebbero le sanzioni messe in atto dall’Onu per privare Pyongyang dei fondi che potrebbero essere incanalati nei suoi programmi nucleari e missilistici. Dovrebbero essere rispediti come tirocinanti e turisti.

Le sanzioni prevedevano che i lavoratori nordcoreani ritornassero in Corea del Nord entro il 22 dicembre 2019. Inoltre, i paesi non possono rilasciare nuovi visti di lavoro per i nordcoreani, ma l’ammissione di lavoratori in tirocinio o visti turistici permette alla Russia di dichiarare che quanto fa non è in violazione delle sanzioni.

Pyongyang potrebbe mandare dei lavoratori a partire da maggio, e potrebbero essere impiegati nell’edilizia, nella lavorazione, nell’industria manifatturiera e nell’agricoltura. La Corea del Nord aveva pianificato di rimandare i lavoratori in Russia prima, ma la pandemia di coronavirus ha fatto rinviare questa possibilità.

 Ad oggi, la Russia ha segnalato poco più di mille casi confermati del virus, mentre la Corea del Nord non ha ancora segnalato un solo caso. Gli esperti ritengono molto improbabile che il virus non sia presente nel paese, perché Pyongyang ha adottato ampie misure per prevenire la sua diffusione, tra cui la quarantena di intere contee e la cancellazione di importanti eventi pubblici.

Ma i rischi presentati dall’epidemia non sembrano essere una grande preoccupazione per la Corea del Nord o per le aziende russe che vogliono assumere la propria manodopera. I nordcoreani sono preferiti perché sono lavoratori migliori e hanno più competenze rispetto agli operai provenienti da Kazakistan e Uzbekistan e il loro costo del lavoro è più basso.

Altro segnale a Vladivostok è la riapertura dei ristoranti nordcoreani in città.

Un tempo i ristoranti erano attività in pieno boom in Asia e nell’Estremo Oriente russo, noti più per le loro cameriere-animatrici che per la cucina che servivano. Negli ultimi tempi i ristoranti stavano vivendo tempi duri, poiché la novità si è esaurita e le sanzioni hanno de-legittimato la loro forza lavoro.

Anna Lotti