CINA. Nasce un’app per denunciare chiunque abbia “opinioni errate” contro il Partito Comunista

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In Cina è nata una nuova frontiera della censura. Si tratta – come riporta The Independent – di un’applicazione mobile che consente ai cittadini di segnalare commenti online contro il Partito Comunista al potere e la storia del paese in vista del prossimo anniversario del partito.

Rilasciata dal regolatore informatico cinese, mira a reprimere i “nichilisti storici” prima del 100° anniversario del Partito a luglio. Con il termine “nichilismo storico”, spesso utilizzato in Cina, si fa riferimento a coloro che si pongono domande e dubbi sulla storia del paese propagata dal Partito Comunista.

In un suo avviso la Cyberspace Administration of China (CAC) ha spiegato che «l’app consente agli utenti di segnalare coloro che diffondono opinioni sbagliate online, al fine di creare un clima di buona opinione pubblica. I reati che possono essere denunciati includono distorcere la storia del partito o qualsiasi commento contro i suoi leader e le sue politiche, diffamare gli eroi nazionali e negare l’eccellenza della cultura socialista avanzata. Da un po’ di tempo alcune persone con secondi fini hanno diffuso online false dichiarazioni, storicamente nichiliste, distorcendo maliziosamente, calunniando e negando la storia del partito, nazionale e militare, nel tentativo di confondere il pensiero della gente. Ci auguriamo che la maggior parte degli utenti svolga un ruolo attivo nella supervisione della società e che segnali con entusiasmo informazioni dannose».

La mossa arriva sulla scia delle recenti tempeste di critiche online scatenate dagli utenti nazionalisti dei social media che hanno scovato commenti vecchi di anni, spesso cancellati in quanto ritenuti diffamatori nei confronti della Cina, e scritti da personaggi pubblici come atleti professionisti o marchi noti come H&M e Adidas.

La CAC non ha dato disposizione in merito alle punizioni da adottare contro i cinesi ritenuti colpevoli di questi ‘crimini’, anche se coloro che pubblicano contenuti online, che criticano o mettono in discussione la leadership, le politiche o i resoconti degli eventi passati del Partito Comunista in Cina vengono puniti con il carcere o altre punizioni legali.

Secondo Scott Kennedy, Consigliere senior e Presidente del Consiglio di Amministrazione in economia e affari cinesi presso il Center for Strategic and International Studies: “questa nuova iniziativa non sarebbe un dibattito sulla storia, bensì uno sforzo dell’attuale leadership di controllare la conversazione sulla storia cinese e per limitare qualsiasi dibattito sulle interpretazioni di diversi eventi. Il tutto con l’obiettivo di mettere l’attuale leadership e [il presidente] Xi Jinping sotto una luce più positiva”.

Nel paese Internet, la maggior parte dei siti di social media, motori di ricerca, notiziari e piattaforme del paese sono sottoposti alla censura, una delle più rigide nel mondo, e ad una stretta sorveglianza. Spesso, soprattutto in occasione di eventi importanti quali anniversari storici, riunioni politiche ed eventi sportivi, le autorità implementano la censura e la supervisione dei contenuti online. All’inizio del 2021, la Cina ha introdotto anche nuovi emendamenti legali contro coloro che “insultano, calunniano o violano” la memoria degli eroi e dei martiri nazionali cinesi, stabilendo una pena detentiva fino a tre anni.

Coraline Gangai