CILE. L’ombra di Pinochet sulle elezioni

301

Gabriel Boric, candidato della coalizione tra il Fronte Ampio e il Partito Comunista cileno, potrebbe battere facilmente il suo avversario di estrema destra José Antonio Kast nel ballottaggio presidenziale del 19 dicembre con il 53,9% dei voti contro il 31,2%, secondo un sondaggio del Pulso Ciudadano pubblicato il 28 novembre e ripeso da MercoPress.

Il sondaggio contraddice tutte le previsioni fatte finora che prevedono una vittoria stretta che richiederà il conteggio dei voti uno per uno. Kast aveva battuto Boric 27,9% a 25,8% nel primo turno del 21 novembre.

Kast è sostenuto da Vamos-Renovación Nacional, Unión Demócrata Independiente, Evópoli, Partido Regionalista Independiente, e anche dal sottosegretario alla salute Paula Daza, che è considerata da alcuni come una buona aggiunta alla squadra mentre altri vedono in lei l’ultimo chiodo nella bara di Kast, poiché il suo volto è legato a molteplici chiusure e altre restrizioni alla mobilità oltre al disastro economico per un buon numero di famiglie cilene. D’altra parte, Boric è sostenuto dai socialisti, dal PPD, dai socialdemocratici e dai democristiani.

Le dichiarazioni di Kast a favore dell’ex dittatore Augusto Pinochet sembrano rendere più credibili i sondaggi del 28 novembre. La leader democristiana Carmen Frei, figlia dell’ex presidente Eduardo Frei-Montalva (1964-1970) e sorella dell’altro ex presidente Eduardo Frei Ruiz-Tagle (1994-2000), ha esortato i suoi compagni «in questo dilemma», a non passare alla storia «come il partito che ha facilitato, per omissione, l’arrivo alla presidenza della Repubblica dell’estrema destra di Pinochet».

Ha insistito che non c’è spazio per le mezze misure «quando è in questione il rispetto illimitato dei diritti umani e il valore della democrazia in tutte le sue dimensioni (…) Mio padre diceva che il destino dell’umanità è inestricabilmente legato al destino della democrazia. Questa affermazione ha in pieno vigore oggi. Ed è una questione in cui credo fortemente (…) A nome di tutti coloro che hanno dato la vita per darci la democrazia che abbiamo, per rispetto a voi e alla dignità di tante persone che sperano in un paese migliore, lo dico e lo ripeto: non possiamo permettere che il Cile retroceda nell’autoritarismo, né il trionfo degli eredi politici di Pinochet», ha detto Frei.

«Ognuno di noi deve assumersi la responsabilità di fronte alla storia», ha aggiunto l’ex senatrice mentre appoggiava la candidatura di Boric, che è stato sostenuto anche da molti personaggi della cultura e della televisione cilena.

Lucia Giannini