Antimafia: se sai contare inizia a camminare

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ITALIA – Roma. Se sai contare inizia a camminare. Questo lo slogan della Carovana internazionale antimafie 2013, alla sua sedicesima edizione che partirà da Tunisi il 30 marzo per arrivare a Roma il 6 giugno.

Lo scopo non è solo quello di denunciare le situazioni critiche che emergono nei territori attraversati, ma anche di portare solidarietà e rendere visibili le tante esperienze positive di lotta alle mafie, alla corruzione, al malaffare che esistono in Italia: 69 giorni di viaggio in oltre 70 tappe dal Sud al Nord.

L’iniziativa, presentata il 26 marzo, è promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico, con il sostegno e la collaborazione di Cgil, Cisl e Uil. Presenti Anna Canepa – procuratore della Direzione nazionale Antimafia e Vice Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Tonio dell’Olio, responsabile di Libera Internazionale, Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico, Luciano Silvestri, responsabile dell’ufficio Legalità Cgil, Giovanni Bellissima, Servizio organizzazione Uil Nazionale e in rappresentanza della Cisl Salvatore Scelfo, segretario nazionale Filca-Cisl e responsabile del Dipartimento legalità della categoria. 

Ogni anno le attività illegali sottraggono circa 500 miliardi di euro alle economie legali e quindi ai cittadini onesti. Un costo enorme che ricade sull’intera collettività, aggrava i costi della crisi e compromette le possibilità di sviluppo.

“Ancora una volta è necessario andare incontro alle persone -introduce Alessandro Cobianchi, coordinatore della Carovana – perché  siamo convinti che quelle finestre chiuse al nostro passaggio nelle prime edizioni, ora sono un po’ più aperte. Ma non basta”. “C’è stata, per troppo tempo – aggiunge Cobianchi- molta, troppa indifferenza e complicità, ma non per questo smetteremo di raccontare quello che ha funzionato in questi vent’anni. Una parte del nostro Paese ha fatto molta strada”.

Secondo i dati dell’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, a gennaio 2013 sono quasi 13.000 i beni confiscati alle mafie: ad aggiudicarsi il primato è la Sicilia con una percentuale del 42,60% sul totale, seguita dalla Campania, Calabria e dalla Lombardia, prima regione del Nord. 

Le aziende sono 1708: 1211 sono attualmente in gestione e 497 quelle uscite dalla gestione. Un impegno concreto anche quello della rappresentanza sindacale. Il responsabile dell’ufficio legalità della CGIL, Luciano Silvestri, intervenendo alla conferenza stampa, ha rilanciato la campagna della CGIL “Io riattivo il lavoro”. “Entro fine maggio – ha affermato – contiamo di portare a termine la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che vuole favorire l’emersione alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Siamo a meta’ strada e in un mese e mezzo contiamo di superare le 50 mila firme”. La proposta di legge, intitolata “Misure per favorire l’emersione alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata” e sostenuta tra gli altri da Avviso pubblico, Arci, Libera, Legacoop e Acli, e si articola in dieci punti e prevede l’istituzione di una banca dati relativa alle aziende sequestrate, la costituzione di un fondo di rotazione, il sostegno alle imprese attraverso sgravi e la costituzione di un albo degli amministratori giudiziari. 

Anche per la UIL l’impegno deve essere concreto “e volto ad investire nella cultura della legalità”. “E’ necessario unire la società, le istituzioni e le amministrazioni – ha dichiarato Giovanni Bellissima, Servizio organizzazione Uil Nazionale- per guardare ad una economia che combatta tutte le forme di illegalità e lavoro sommerso”. 

“La carovana è un esempio concreto del noi alla lotta alla criminalità organizzata, in un Paese in cui ormai ci sono troppi solisti” – ha dichiarato Salvatore Scelfo,  segretario nazionale Filca-Cisl e responsabile del Dipartimento legalità della categoria. 

“La Filca Cisl è la categoria che rappresenta i lavoratori  delle costruzioni e mai come nel nostro settore diventa fondamentale impegnarsi nella lotta al lavoro sommerso e a tutte le forme di illegalità”. ” Per la Filca-Cisl è fondamentale – prosegue Scelfo- l’impegno costante nel contrastare tutte le forme di lavoro irregolare e di sfruttamento della manodopera e le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e nei lavori privati. Questo a partire dal rafforzamento del Durc attraverso la Congruità, la Patente a Punti, la limitazione del subappalto al primo livello nei lavori pubblici e privati, la stipula di protocolli di legalità, oltre ad un impegno sempre maggiore nella promozione della cultura della legalità e della resistenza ai poteri mafiosi”.