
Il giudice argentino Mariela Alejandra Giménez ha emesso un mandato d’arresto contro il leader del governo venezuelano Diosdado Cabello, numero due del Psuv, se tentasse di entrare nel paese. Le autorità ritengono che Cabello potrebbe cercare di viaggiare attraverso il confine settentrionale nella provincia di Jujuy.
Il giudice federale di San Salvador, capitale di Jujuy, ha deciso «di ordinare la detenzione preventiva di Diosdado Cabello Rondón rispetto al quale è noto che si recherà nella Repubblica Argentina approssimativamente l’11 marzo 2022, e che entrerà nel territorio nazionale attraverso la provincia di Jujuy, in conformità con le disposizioni dell’articolo 11 del trattato di estradizione in vigore tra la Repubblica Argentina e gli Stati Uniti».
L’ordine del giudice è stato inviato alla polizia federale, alla gendarmeria (polizia di frontiera) e alla polizia di sicurezza dell’aeroporto e include un avviso con la fotografia di Cabello e afferma che c’è «un mandato di arresto da parte degli Stati Uniti», riporta MercoPress.
Giménez ha spiegato che una richiesta è arrivata al suo tribunale «in virtù del mandato d’arresto emesso dalla Corte Federale per il Distretto Sud di New York, nell’ambito del caso S2 11 Cr. 205(AHK), tutto questo in virtù delle disposizioni degli articoli 46, 111 e 112 della legge di cooperazione in materia penale (legge 24.767)».
Cabello è accusato di «cospirazione per distribuire e possesso a scopo di distribuzione di cinque chilogrammi o più di cocaina, consapevolmente e con l’intenzione diretta o indiretta di dare beni con valore pecuniario a un’organizzazione che è o è stata coinvolta in attività terroristiche o atti di terrorismo».
Nell’atto d’accusa sono elencati anche diversi altri reati: «Cospirazione per commettere i seguenti atti: importazione di cinque chilogrammi o più di cocaina negli Stati Uniti d’America; produzione, distribuzione e possesso a scopo di distribuzione di cinque chilogrammi o più di cocaina, sapendo, intendendo e avendo motivo di credere che la cocaina sarebbe stata importata illegalmente negli Stati Uniti».
Maddalena Ingroia