Quale intelligence per il nuovo secolo?

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ITALIA – Roma 25/01/2014. «La riforma e il progresso del settore della sicurezza iniziano nella mente», avverte Robert Steele Vivas, padre dell’Osint contemporanea. «Nel XXI secolo, informazioni grezze e intelligence ad hoc (che sia di supporto alle decisioni) sono fondamentali per progredire a livello strategico, operativo, tattico e tecnico».

La riflessione di Steele (nella foto) è puntuale e precisa; riparte dalle definizione dei pilastri dell’intelligence, aggiornandle al nostro ambiente post-Snowden. Si tratta di una riflessione interessante che cerchiamo di riprendere e illustrare. 

«Se vogliamo affrontare adeguatamente la questione della gestione dell’intelligence da una prospettiva comparativa e internazionale, radicata nello Stato di diritto, dobbiamo cominciare con le definizioni», avverte Steele.

Vediamo cosa si chiede il padre dell’Osint contemporanea in merito al futuro della raccolta d’informazioni e quindi d’intelligence relativa. 

«Che cos’è l’intelligence? 

È tutto ciò che è segreto e controllato dal governo? O è di supporto decisionale? Qual è il suo scopo? Serve a nutrire un complesso militare-industriale che vive di guerre, eliminando tutte le prospettive di pace? O serve ad alimentare le nazioni “intelligenti” e a creare una rete mondiale che possa creare un mondo prospero e in pace?».

«Che cos’è la governance?

È un governo nominalmente eletto, ma controllato da banche utile solo all’1% della popolazione? O è una rete aperta che raccoglie le migliori conoscenze a disposizione in tutti i settori, utilizzandole nel pubblico interesse, a nome del 99% della popolazione?».

«Cosa è una minaccia? 

Si tratta di uno scenario immaginario il cui scopo primario è quello di tranquillizzare la società di fronte alle atrocità sociali persistenti? O è, come ha detto il gruppo di esperti sulle minacce, le sfide e il cambiamento dell’Onu, definibile in dieci minacce molto specifiche, le prime tre delle quali sono povertà, malattie infettive e degrado ambientale?».

Qual è il mandato legale su cui opera e la progettazione organizzativa? 

È quello di tenere nascosti dei dati terribili e non troppo di successo oppure «deve mettere assieme informazioni veritiere a sostegno delle decisioni politiche per soddisfare le esigenze del maggior numero di persone? Si tratta di una rete di sorveglianza di massa top-down o una rete di intelligence collettiva basata su una comunità bottom-up?».

«Quali sono le garanzie? 

Possiamo contare su una minuscola élite che beneficia finanziariamente dal complesso di intelligence industriale o tutti gli elementi del programma di intelligence nazionale dovrebbero essere oggetto di revisione contabile e controllo? Quali diritti degli individui, delle organizzazioni, e della nazione devono essere difesi a fronte del progresso tecnico e del ritardo morale?».