Le IA e il futuro del lavoro

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ITALIA – Roma 22/10/2015. Con la diffusione della robotica e del prossimo avvento delle intelligenze artificiali si capovolgerà il nostro sistema socio-economico, legato sul lavoro e sulla produzione.

Questa riflessione arriva dal polemologo statunitense John robb e da una serie di studi, sempre effettuati negli Usa, e raccolti in un testo, non ancora uscito in lingua italiana: The future of the professions, scritto da Richard e Daniel Susskind.
Per Robb: «Fino a trecento anni fa, il mondo è stato basato sul lavoro svolto dalle persone, in gran parte a mano. Le competenze e i metodi necessari per farlo erano in gran parte nelle menti delle persone che facevano il lavoro. Abbiamo poi creato organizzazioni per aggregare le persone necessarie per fare lo stesso lavoro su larga scala e creato delle corporazioni per proteggere la conoscenza.
Per superare i limiti di un mondo fatto a mano, abbiamo sviluppato qualcosa di nuovo: l’automazione. Abbiamo trasformato il mondo attraverso la costruzione di macchine (sia hardware che software) che non lavorano per noi. L’automazione si basa su un processo scientifico che comprende come funzionano le cose e su di un processo di progettazione che trasforma le idee scientifiche in macchine che funzionano nella realtà.
Tuttavia, ora abbiamo raggiunto i limiti dell’automazione. Come mai? Perché l’automazione è limitata dalla capacità degli esseri umani di costruire modelli cognitivi (sia scientifici che ingegneristici) necessari per costruire le macchine che creano.
Per superare questi limiti, ora stiamo costruendo macchine cognitive che possono costruire i propri modelli di funzionamento e realizzazione. A differenza delle macchine che ci forniscono automazione, queste macchine non sono costruite in modo tradizionale e possono affrontare problemi molto più complessi di qualsiasi cosa fatta dall’automazione. Il grande cambiamento è che queste macchine si costruiscono. Hanno sviluppato le loro abilità nello stesso modo in cui gli esseri umani hanno fatto: attraverso l’apprendimento, la formazione e l’esperienza. Tuttavia, possono imparare molto più velocemente (apprendimento profondo) di noi e una volta fatto, possono condividere le loro nuove abilità con altre macchine in tutto il mondo istantaneamente (…)
È il più grande cambiamento nella tecnologia che abbiamo visto (…) sta andando a sconvolgere le regole dell’economia, della guerra e della politica che pensavamo immutabili». Su questo cambiamento epocale, che riguarderà anche e soprattutto, le professioni liberali intervengono i due studiosi statunitensi con la loro analisi su “Come la tecnologia trasformerà il lavoro degli esperti umani” come riporta il sottotitolo del libro, The Future of the professions.
I Susskind predicono il declino delle professioni di oggi e descrivono le persone e i sistemi che li sostituiranno. In una società interconnessa dalla Rete, non avremo bisogno di medici, insegnanti, contabili, architetti, religiosi, consulenti, avvocati, e molti altri, come invece è avvenuto nel XX secolo.
Sistemi sempre più capaci, dalla tele-presenza all’intelligenza artificiale, porteranno un cambiamento fondamentale nel modo in cui il “know-how” degli specialisti è disponibile nella società, spezzando i monopoli del professionismo di oggi perché antiquati, opachi e non più convenienti. Al loro posto, si proporanno sei nuovi modelli per la produzione e distribuzione di competenze nella società.
L’indagine dei Susskind solleva importanti questioni pratiche e morali relative sopratutto alle prospettive per l’occupazione. Gli interrogativi dei Susskind e di Robb vengono confermate dalle previsioni del Boston Consulting Group secondo cui entro il 2025, fino a un quarto dei posti di lavoro sarà sostituito da una software intelligente o robot, e da uno studio dell’Università di Oxford secondo cui il 35% dei posti di lavoro esistenti nel Regno Unito sono a rischio di automazione nei prossimi 20 anni.
Un esempio è dato dai tassisti che a breve, entro il 2015 afferma la Bbc, nel Regno Unito saranno sostituiti da taxi completamente automatizzati e il governo starebbe modificando il codice della strada per consentirne la circolazione. In Cina esiste la prima fabbrica robot, oggi in costruzione a Dongguan. La Sehnzhen Evenwin Precision Technology mira a ridurre del 90% l’attuale forza lavoro di 1.800 unità. Da settembre 2014, poi, 505 fabbriche a Dongguan hanno investito 4,2 miliardi di yuan nei robot, con l’obiettivo di sostituire più di 30mila lavoratori. Inoltre, la Foxconn, produttore di dispositivi elettronici come l’iPhone di Apple, prevede una forza lavoro robotica del 30% nei prossimi cinque anni.