COREA DEL NORD. La guerra è appesa al filo della Linea Rossa 

428

«Se gli Stati Uniti e i loro seguaci cercheranno di imporre il blocco navale contro il nostro paese, lo considereremo come un atto di guerra e risponderemo con spietate contromisure di autodifesa, come abbiamo ripetutamente detto», riporta Kcna, che prosegue dicendo che sarebbe un passo ulteriore verso la guerra nucleare.

Dopo il test missilistico nordcoreano del 29 novembre, il segretario di Stato Usa Rex Tillerson aveva ribadito il «diritto degli Stati Uniti di interdire il traffico marittimo» in entrata e in uscita dalla Repubblica Popolare di Corea.

«Un blocco navale è un atto di velleitaria violazione della sovranità e della dignità di uno Stato indipendente e un atto di guerra di aggressione che non può essere tollerato. La banda di Trump sta compiendo un passo estremamente pericoloso e importante verso la guerra nucleare cercando incautamente il blocco navale contro il nostro paese, trascurando il prestigio strategico del nostro paese che ha raggiunto la grande causa storica del completamento della forza nucleare statale», riporta l’agenzia di stato nordcoreana.

Gli Stati Uniti avevano già chiesto il consenso dell’Onu per interdire il traffico marittimo in entrata e in uscita dalla Corea del Nord, ma non era stato inserito nella risoluzione Onu approvata all’unanimità. Generalmente, i blocchi navali sono considerati un atto di guerra, in quanto richiedono l’uso della violenza per essere posti in essere.  

«La società internazionale dovrebbe aumentare la sua vigilanza sulle imprudenti mosse degli Stati Uniti che cercano di innescare una guerra nucleare nella penisola coreana e, se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non vuole che la penisola coreana e il mondo intero precipitino in una guerra nucleare, dovrebbe agire correttamente in conformità con la sua missione originaria, che è quella di preservare la pace e la sicurezza del mondo», chiude Kcna.

Nel frattempo Mosca e Pechino lavorano per far scalare le tensioni: il vice ministro russo degli Esteri russo Igor Morgulov e l’ambasciatore cinese in Russia Li Hui si sono incontrati il 15 dicembre. «Durante i colloqui, le parti si sono concentrate sullo sviluppo della situazione per quanto riguarda la penisola coreana. Le parti hanno confermato la loro reciproca disponibilità a uno stretto coordinamento degli sforzi della Russia e della Cina al fine di evitare un’ulteriore escalation nella regione», si legge nella dichiarazione ripresa da Sputnik.

Nella stessa giornata, Donald Trump aveva detto che vorrebbe avere l’aiuto del suo omologo russo Vladimir Putin per risolvere la crisi in Corea del Nord: «Ci piacerebbe avere il suo aiuto sulla Corea del Nord. La Cina aiuta, la Russia non aiuta. Vorremmo avere l’aiuto della Russia, è molto importante» ha detto Trump, spiegando la telefonata con il presidente russo fatta il 14 dicembre.

Antonio Albanese