COREA DEL NORD. Dove sta Kim Jong Un? Fiorisce il contrabbando di Stato legato al Covid19

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La partecipazione del leader nordcoreano Kim Jong-un all’esercitazione dell’artiglieria di questa settimana si è aggiunta alle ipotesi che Kim stia lontano da Pyongyang per un lungo periodo di tempo a causa di possibili problemi di coronavirus. Kim, riporta Yonhap, ha supervisionato l’esercitazione di artiglieria costiera il 12 marzo, pochi giorni dopo aver supervisionato un’esercitazione simile il 9 marzo. Queste esercitazioni hanno fatto seguito ad altre due esercitazioni di artiglieria che si sono svolte il 2 marzo e il 28 febbraio sempre con la presenza del leader.

La Corea del Nord non ha rivelato il luogo dell’esercitazione del 12 marzo, ma considerando che le tre precedenti esercitazioni si sono svolte nelle città costiere orientali di Wonsan o Sondok, si ritiene che anche l’ultima sia avvenuta lungo la costa orientale. Il breve intervallo tra queste esercitazioni ha fatto sorgere l’ipotesi che Kim potrebbe trovarsi nelle regioni della costa orientale, invece di fare la spola tra Pyongyang e la costa orientale e che potrebbe essere lontano dalla capitale a causa dei timori di contagio da coronavirus.

L’ultima apparizione pubblica di Kim non legata all’esercito è stata quando ha presieduto una riunione del politburo allargato del Comitato centrale del Partito dei lavoratori per discutere le misure per assicurare che il Covid19 non si diffondesse nel paese, presumibilmente tenutasi il 28 febbraio. Alla fine di gennaio, la Corea del Nord aveva lanciato un sistema di emergenza nazionale contro il nuovo virus, definendolo una “questione politica” che avrebbe potuto determinare il destino del Paese.

Da allora, ha intensificato gli sforzi per prevenire l’epidemia, chiudendo il confine con la Cina, e inasprendo le procedure di quarantena per gli stranieri. Il Korea Joongang Daily riporta poi che la Corea del Nord ha registrato l’anno scorso il suo più alto deficit commerciale con l’estero, secondo i dati doganali cinesi, essendo stato tagliato gran parte del suo flusso di cassa.

Voice of America, Voa, riporta che la Corea del Nord ha importato circa 2,57 miliardi di dollari di merci dalla Cina lo scorso anno, mentre ha esportato solo circa 210 milioni di dollari in prodotti. Il deficit commerciale totale di Pyongyang dello scorso anno con la Cina ammonta a circa 2,36 miliardi di dollari, il più alto mai registrato da quando il Paese ha reso noti i suoi dati commerciali nel 1998. Questo squilibrio commerciale può essere in gran parte attribuito alle sanzioni delineate nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sui test nucleari e missilistici del regime.

I documenti dell’Amministrazione generale delle dogane cinesi testimoniano sì che Pechino ha rispettato le sanzioni, come si è visto di recente con il rimpatrio dei lavoratori nordcoreani d’oltremare, ma rimangono ancora dubbi su come Pyongyang sia in grado di sostenere un continuo deficit con Pechino. L’emergenza Covid19 ha mostrato questa dipendenza ancora più chiaramente. 

La Corea del Nord ha acquistato maschere facciali contrabbandandole attraverso il confine sino-nord coreano, riporta Daily NK.

Daily NK conferma che il ministero del Commercio del Paese sta concentrando gli sforzi sull’acquisto di maschere facciali e altre “forniture per il controllo delle malattie” dall’estero. 

Il ministero delle Relazioni economiche esterne, insieme al ministero degli Affari esteri, sta acquisendo «forniture per la prevenzione e la diagnosi» e il Comitato per le relazioni culturali con l’estero, organizzazione per gli scambi culturali con altri Paesi, ha recentemente importato 60.000 maschere facciali, di cui era stata registrata una carenza in precedenza. 

Le operazioni di contrabbando gestite dallo Stato si stanno verificando nonostante gli ordini del nordcoreano Kim Jong Un, secondo cui chiunque sia coinvolto nel contrabbando dovrà essere giudicato dai tribunali militari.

Graziella Giangiulio