VENEZUELA. Maduro offre uno sconto miliardario all’India, purché paghi in Petro

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Il Venezuela, il secondo produttore mondiale di petrolio greggio, sta cercando di chiudere un accordo con l’India, secondo la rivista Quartz, offrendo uno sconto del 30% sulle vendite di petrolio se i pagamenti vengono effettuati utilizzando il Petro, la sua criptomoneta di stato.

Quartz riporta che l’India ha importato l’8% del suo fabbisogno di petrolio dal Venezuela nel 2017, e che un simile import sarebbe costato 5,5 miliardi di dollari.

Se Nuova Delhi accettasse, Caracas offrirebbe quindi uno sconto di 1,6 miliardi di dollari pur di avere compratori internazionali che pagano in criprtovaluta. 

Non è difficile capire perché Nicolas Maduro stia cercando di vendere la sua moneta criptata. Lanciato alla fine del 2017 con l’obiettivo di aggirare le sanzioni commerciali statunitensi e di alleggerire la pressione sulla Bolivar in continua ascesa, il Petro potrebbe essere l’ultima spiaggia monetaria per il presidente Maduro. In Venezuela, il tasso di inflazione è passato dal 4000% dello scorso anno al 18000% di aprile e alcuni economisti sostengono che potrebbe colpire il 100000 % entro la fine dell’anno; una situazione insostenibile. 

Maduro ha sempre sostenuto che la prima offerta pubblica di Petro, garantito dalle attività petrolifere del paese, ha raccolto 5 miliardi di dollari nel mese di marzo, nonostante i politici dell’opposizione sostengono che sia illegale e molti nel settore cripto hanno detto che è una truffa. Secondo l’agenzia di stampa Correo del Orinoco, il presidente venezuelano ha spinto le autorità finanziarie del paese a registrare 16 nuovi scambi di cripto con l’obiettivo di rendere più facile per i cittadini del paese l’acquisto della prima valuta criptata al mondo sostenuta dallo stato. Maduro intende anche estendere la piattaforma crittografica del governo e, attraverso un annuncio del 27 aprile, ha annunciato al popolo venezuelano che ora può investire in oro, attraverso una Banca Centrale del Venezuela basata sul cripto Petro-oro.

L’offerta venezuelana potrebbe tentare l’India ma Nuova Delhi sta facendo molto per schiacciare il commercio delle criptovalute. All’inizio di maggio la Reserve Bank of India ha annunciato nuove misure che vietano alle banche sotto il suo controllo di investire nei mercati delle valute criptate, riporta Asia Times.

La direttiva è arrivata dopo il ministro delle Finanze, Arun Jaitley, ha definito il settore delle cripto una truffa basata su uno «schema di Ponzi che può provocare un crollo improvviso e prolungato esponendo gli investitori». Nel mese di febbraio aveva mosso un’altra critica dicendo ai parlamentari indiani di «prendere tutte le misure per eliminare l’uso di queste attività cripto nel finanziamento di attività illecite o come parte del sistema di pagamento». La Reserve Bank of India sta attualmente studiando la fattibilità di una valuta digitale statale indiana, ma è anche lontana dal sostenere il più ampio panorama internazionale della crittografia.

«A livello internazionale, anche se la risposta normativa a queste monete non è uniforme, è universalmente ritenuto che possano seriamente compromettere il quadro antiriciclaggio (…), con un impatto negativo sull’integrità del mercato e il controllo del capitale», recita un comunicato della banca dell’inizio di maggio.

Graziella Giangiulio