La Corte Suprema di Giustizia del Venezuela in esilio ha detto che il presidente della Repubblica e candidato per la rielezione non sarebbe in grado di essere rieletto, perché ha un procedimento penale a suo carico per presunta corruzione con la Odebrecht e così hanno ordinato al Consiglio elettorale nazionale di togliere Maduro dalla lista dei candidati.
La Corte Suprema del Venezuela in esilio da Panama con un tweet ha detto che: «La Corte Suprema di #Venezuela in esilio dichiara la sospensione di @NicolasMaduro come presidente». La Corte che ha avuto alcuni dei suoi 33 giudici imprigionati e tutti loro cacciati dal Venezuela, sta cercando di porre fine al dominio di Maduro, iniziato nel 2013 tra accuse di frode, accuse di corruzione e domande sulla sua vera nazionalità. Il tribunale sta indagando su Maduro in relazione allo scandalo della corruzione Odebretch; secondo l’impresa brasiliana di costruzioni, Maduro ha ricevuto da loro almeno 35 milioni di dollari in tangenti. Poco dopo l’annuncio del tribunale, l’Organizzazione degli Stati Americani ha riconosciuto la sentenza, riporta Efe.
Il segretario generale dell’Osa Luis Almagro ha twittato: «Riconosciamo la disabilitazione e la sospensione di Nicolas Maduro come Presidente del Venezuela decisa dalla @TSJ_Legitimo». Il tribunale ha, inoltre, incaricato l’Assemblea nazionale, controllata dall’opposizione, di far rispettare la decisione. Tuttavia, l’Assemblea nazionale legittimamente eletta è stata ampiamente spogliata di tutti i suoi poteri e ignorata dall’altra Corte suprema controllata dal Maduro, che si trova a Caracas.
La coalizione dei partiti di opposizione venezuelana, la Mesa Unidad Democratica, ha confermato che non parteciperà alle elezioni presidenziali del 20 maggio e ha esortato i cittadini ad astenersi dal “convalidare la frode” o ad andare alle urne. Oltre a chiedere ai venezuelani di astenersi, il Mud ha anche annunciato ulteriori proteste contro il governo Maduro il giorno del voto.
La coalizione di opposizione ha chiesto, in una lettera, agli elettori di non partecipare all’”imbroglio” il giorno delle elezioni e di «lasciare le strade del paese desolate» per boicottare le elezioni, convocate prima del solito da Maduro che si candida per la rielezione: «Non partecipare alle elezioni del 20 maggio non significa che non siamo disposti a partecipare a future elezioni”, ha poi aggiunto che se Maduro vincesse le elezioni, la coalizione «non riconoscerà il regime».
L’opposizione ha, inoltre, esortato Henri Falcon, l’unico membro del MUD che ha disatteso la decisione della coalizione e ha deciso di candidarsi per la presidenza, a ritirarsi dalle elezioni, anche se la sua organizzazione elettorale ha dichiarato di avere buone possibilità di vittoria.
Luigi Medici