VENEZUELA. Maduro è tra i finanziatori di Donald Trump

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Mentre i manifestanti venezuelani rientravano a casa, l’opposizione ha indetto altre manifestazioni di piazza.

«Se oggi siamo milioni, domani ancora di più devono scendere in piazza», ha detto il governatore dell’opposizione e il due volte candidato presidenziale Henrique Capriles, che la scorsa settimana è stato interdetto dai pubblici uffici per 15 anni.

Questa decisione della Corte Suprema ha dato più energia  all’opposizione del Venezuela, impegnata nella lotta  per allontanare il presidente Nicolas Maduro accusato di essere la causa politica della diffusa carenza di cibo, dell’inflazione a tre cifre e dell’aumento della criminalità.

I corti dell’opposizione, che hanno sfilato nelle città di tutto il paese sono stati colpiti  dalle forze di sicurezza con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e cannoni ad acqua, mentre a Caracas decine di migliaia di seguaci di Maduro riuniti a sostegno del presidente non hanno ricevuto alcun danno dalla polizia, riporta il sito Maduradas. Due milizie filo-governative sono state accusate di due delle tre morti del 19 aprile, un adolescente e una donna a Caracas, san Cristobal, mentre una guardia nazionale è stata uccisa, a Miranda. Sono così sette i manifestanti morti da quando le proteste sono cominciate, riporta Itv News.

Alle tre persone morte vanno aggiunte le centinaia che sono state arrestate durante le grandi manifestazioni di piazza antigovernative del 19 aprile in Venezuela avvenute durante l’esplosione dello scandalo Maduro-Trump. Il presidente Nicolas Maduro ha donato 500 mila dollari per la cerimonia d’insediamento di Donald Trump. La donazione a Trump è stata pagata dalla compagnia petrolifera statale Pdvsa, fortemente indebitata con Rosneft, attraverso la sua affiliata statunitense Citgo Petroleum.

Il controverso pagamento è stato fatto  in un momento in cui il Venezuela si trova di fronte un’inflazione a tre cifre. Recentemente, Pdvsa ha offerto una quota di quasi il 50% in Citgo come garanzia per un prestito di un migliaio di 500 milioni di dollari da parte della Rosneft.

L’accordo è stato criticato dai repubblicani Usa preoccupati del fatto che tramite le condizioni generate dall’accordo, Vladimir Putin avrebbe potuto prendere il controllo del petrolio degli Stati Uniti.

Graziella Giangiulio