RUSSIA. Mosca sposta le truppe al confine con la Corea del Nord

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La Russia sta rafforzando il suo confine con la Corea del Nord, trasferendo truppe e rafforzando la propria presenza militare in mezzo ai timori di una guerra imminente.

Gli spostamenti di truppe avvengono giorni dopo che sono venuti fuori simili spostamenti militari effettuati dalla Cina. Pechino sta inviando 150 mila soldati alla sua frontiera meridionale per far fronte all’ondata di nordcoreani in fuga da un possibile attacco statunitense.

Gli spostamenti russi sono stati filmati a Khabarovsk in direzione di Primorye, e secondo il sito russo Primamedia non sarebbero i primi  Ufficialmente, il servizio stampa militare afferma che si tratta di normali avvicendamenti di uomini e attrezzature dopo una serie di esercitazioni nella regione del Baikal.  Secondo il sito russo il 16 aprile era il terzo giorno che venivano effettuati simili spostamenti ferroviari (nella foto). Inoltre, altre notizie riportano che, accanto ai movimenti di carri armati e attrezzature militari, sono state effettuati anche movimenti di mezzi militari attraverso le strade della zona.

La grande preoccupazione anche per Mosca e che in caso di conflitto, la Russia potrebbe doversi trovare ad affrontare un esodo umanitario dalla Corea del Nord.

Vladimir Putin è stato anche avvertito che, in caso di un attacco statunitense sulle strutture nucleari di Kim Jong-un, la contaminazione nucleare potrebbe raggiungere rapidamente la Russia, con un preavviso di circa due ore. E se Washington procedesse all’attacco contro i siti nucleari di Pyongyang, la nube nucleare potrebbe raggiungere Vladivostok in circa due ore.

Mosca ha bloccato il 19 aprile la mozione di condanna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo l’ultimo test missilistico di Pyongyang, mentre la Cina, che ha una grande frontiera con la Corea del Nord, ha appoggiato la dichiarazione formulata dagli Stati Uniti.

Secondo il testo della dichiarazione si chiedeva alla Corea del Nord di «non condurre ulteriori test nucleari» e di fermare i lanci di missili. La Russia voleva includere la necessità di ottenere una soluzione attraverso il dialogo e secondo il ministero degli Esteri russo, «il rischio di un grave conflitto in questa regione è aumentato notevolmente».

Antonio Albanese